Profumato, fresco, dolce e dissetante: il Mojito è comprensibilmente uno dei cocktail più amati (e consumati) al mondo, tanto che la sua storia
vive tra leggenda e realtà. Ma fatelo come si deve!
A Cuba il mojito è una vera e propria istituzione, viene sempre associato a Ernest Hemingway, noto estimatore di alcolici,
che amava gustare il cocktail alla Bodeguita del Medio (e il daiquiri al Floridita, ma questa è un'altra storia).
La Bodeguita era un locale molto amato da personaggi come Pablo Neruda e Salvador Allende, oggi assediato da turisti provenienti da tutto
il mondo che vogliono bere il mojito preparato proprio lì, nel locale divenuto ormai leggendario.
Leggenda narra che, dietro al più noto cocktail cubano, ci sia in realtà un inglese, precisamente Sir Richard Drake (corsaro della corona inglese)
noto come 'El Draque' (il drago), pirata. Nel 1578, dopo un ricco saccheggio, Drake fece tappa, con il suo equipaggio, a la Isla de la Juventud,
una piccola isola di Cuba, dove gli uomini poterono abbeverarsi: menta schiacciata, spirito locale (rum non filtrato) e limone verde.
Drake se ne innamorò e ribattezzò quel mix di sapori Draque o Draquecito, in onore del proprio soprannome.
Un'altra versione della storia di questo cocktail è legata agli schiavi dei Caraibi e collocata sul finire del Settecento,
quando la canna da zucchero veniva fatta fermentare per realizzare una sorta di nettare e poi mescolata con l'aguardiente.
Il risultato era il mojo (che in genere è nota come salsa di succo di limone e aglio usata in cucina per marinare),
che però non veniva degustato come bevanda di piacere, i curanderos - guaritori - lo usavano nei loro rituali come medicinale per la cura di tutti i mali.
La aguardiente, ossia il primitivo rum, apportava il caldo, l'acqua diluiva l'alcool, il lime combatteva lo scorbuto per la mancanza di vitamina C,
la menta aromatizzava e lo zucchero rendeva gradevole la miscela. Infatti i naviganti che si imbarcavano in lunghi viaggi spesso venivano colpiti dallo
scorbuto per mancanza di vitamina C, dato i consumi limitati di cibi freschi. Fu un medico scozzese a scoprire la causa della malattia nel 1747,
trovando la soluzione nelle scorte di citrici sulle navi. I marinai inglesi furono i primi ad portale grandi quantità di arance e limoni,
diventando ingredienti base della loro dieta.
Agli inizi del 900, anche tramite le distillerie Bacardi, la produzione di rum era molto più raffinata e si utilizzava l'invecchiamento,
di conseguenza si ottiene un prodotto di maggiore qualità. Il barman Attilio De La Fuente, ideò dietro al bancone de La Bodeguita Del Medio
il primo Mojito moderno.
Gli ingredienti sono pochi ma essenziali:
- circa 5 cl di rum bianco
- il succo di mezzo lime (circa 2,5 cl)
- 2 cucchiaini di zucchero di canna raffinato bianco
- acqua gasata o soda, quanto basta (circa 9 cl)
- 3-4 cubetti di ghiaccio
- 5 foglie di yierba buena (in alternativa menta)
- 1 rametto di menta per decorazione
- 1 goccia di angostura (opzionale)
Preparazione
In un bicchiere, tipo tumbler alto, mettete due cucchiaini di zucchero di canna bianco e il succo di mezzo lime.
Mescolate con cura affinchè lo zucchero sia ben sciolto, aggiungete la menta, schiacciate delicatamente con il pestello,
aggiungete il ghiaccio, il rum e completate con una spruzzata di soda. Guarnite con un rametto di menta e una fetta di lime.
Per un preparare un 'Mojito criollo', che significa locale, aggiungete una goccia di Angostura.
Non servono particolari attenzioni per preparare un buon Mojito, ma qualche buon consiglio.
Mai pestare violentemente la menta, che sprigionerebbe sensazioni amare poco gradevoli.
La menta, perchè non risulti amara e rovini il sapore del mojito, dev'essere fresca. Ecco perchè il mojito è un cocktail estivo,
è durante questa stagione che la menta matura e la caratteristica del mojito è proprio la freschezza della menta che contrasta
col gusto decisamente più forte del rum.