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E' risaputo che una parte di me è legata a quel mondo caraibico, non tanto per le sue politiche,
ma per l'amore che si prova quando incontri un luogo "incantato", sospeso nel tempo e fuori da ogni logica
con cui siamo abituati a convivere nel nostro sistema.
E' di ieri la notizia che Donald Trump annulla "con effetto immediato" l'accordo, siglato poco più di un anno fa dal viaggio di Obama a Cuba. Il tycoon ha infatti deciso di rimettere tutto sul tavolo, firmando una nuova direttiva. Secondo Trump l'accordo precedente è stato stretto con "un governo che diffonde la violenza e l'instabilità" e che si è limitato ad "arricchire il regime castrista". Le aperture sul commercio e sul turismo "non hanno portato vantaggi ai cubani e neanche migliorato la situazione dei diritti umani". Per questo The Donald si è detto convinto di voler "applicare con maggior convinzione l'embargo e il divieto sul turismo".
Così, Cuba, probabilmente ricadrà nel già vissuto "periodo especial" degli anni 90, quando a seguito del collasso, in seguito alla crisi dell'Unione Sovietica e dei paesi dell'Est europeo, l'embargo statunitense si fece maggiormente sentire, generando una crisi che ha lasciato un segno indelebile in tutti i cubani.
leggi anche:
Cuba unica scommessa possibile
e per una breve vacanza:
info mini tour Cuba
E' di ieri la notizia che Donald Trump annulla "con effetto immediato" l'accordo, siglato poco più di un anno fa dal viaggio di Obama a Cuba. Il tycoon ha infatti deciso di rimettere tutto sul tavolo, firmando una nuova direttiva. Secondo Trump l'accordo precedente è stato stretto con "un governo che diffonde la violenza e l'instabilità" e che si è limitato ad "arricchire il regime castrista". Le aperture sul commercio e sul turismo "non hanno portato vantaggi ai cubani e neanche migliorato la situazione dei diritti umani". Per questo The Donald si è detto convinto di voler "applicare con maggior convinzione l'embargo e il divieto sul turismo".
Così, Cuba, probabilmente ricadrà nel già vissuto "periodo especial" degli anni 90, quando a seguito del collasso, in seguito alla crisi dell'Unione Sovietica e dei paesi dell'Est europeo, l'embargo statunitense si fece maggiormente sentire, generando una crisi che ha lasciato un segno indelebile in tutti i cubani.
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Dall'Avana. Una anziana signora è seduta su una sedia traballante sotto il porticato di una casa dall'intonaco
turchese a tratti scrostato e dalle ringhiere vistosamente arrugginite, una delle tante costruzioni in stile coloniale
che si affacciano sul Malecon, il lungomare che percorre tutta l'Avana. E' una delle tante signore in età avanzata che l'epoca
di Fidel Castro l'hanno vissuta tutta e forse per questo guarda con circospezione i tanti turisti che sempre più
numerosi sbarcano sull'isola con la speranza di vivere un viaggio nel tempo.
Percorrere il Malecon è come conoscere i diversi volti e le diverse anime del popolo cubano. Ci sono i giovani incuriositi dai coetanei stranieri vestiti alla moda, tassisti e camerieri che si danno da fare senza sosta per richiamare l'attenzione dei visitatori, e chi si limita a osservare il flusso costante di persone dai davanzali, muovendosi il minimo indispensabile per non farsi sopraffare dall'afa di un'estate prematura. Uno scorcio che racchiude l'essenza di un Paese il quale, a sei mesi dalla scomparsa di Fidel, fa i conti con il passato e guarda, con difficoltà, al futuro. Mentre all'orizzonte si alzano colonne di fumo provenienti dal non lontano Venezuela, nelle cui piazze divampano gli incendi della protesta e la striscia di sangue della repressione di Nicolas Maduro, uno degli ultimi grandi alleati del regime castrista.
Sono in molti a ritenere che dalla morte del lider maximo sia cambiato poco o niente, poi camminanado sul paseo del Prado, si vede il nuovo centro commerciale Manzana de Gomez, nel cuore della capitale, che chiamano «il tempio del capitalismo». Qui, 'una commessa prende 12 dollari al mese di stipendio, e vende profumi che ne costano 92 alla confezione'. E proprio il nuovo complesso di negozi è diventato la mecca degli adolescenti, che lì si danno appuntamento per fotografarsi davanti alle vetrine di Mont Blanc e Lacoste, e mandare gli scatti ai parenti fuggiti a Miami prima della rivoluzione. Camminando per le strade dell'Avana si nota tuttavia un certo fermento per i tanti cantieri in attività, soprattutto di grandi alberghi. A Cuba l'unica cosa che funziona è il turismo, per questo tanti professionisti si mettono a fare i tassisti o i camerieri, solo così riescono a guadagnare, e a migliorare la loro posizione». Ciò fa presumere che sia proprio questa industria in grado di trainare una lenta ma possibile crescita economica.
Ma basta allontanarsi un pò dalla capitale, verso l'entroterra, per capire qual è il doppio passo del Paese, qui la rivoluzione sembra non sia mai arrivata, mentre sulla strada, due persone transitano su un calesse trainato da un cavallo. Ovviamente fanno eccezione i Cayo, paradisi turistici, che a seconda dei gusti sono popolate da una manciata di bungalow in riva al mare come a Cayo Levisa, nella provincia di Pinar del Rio, o dagli albergoni in stile Miami di Varadero, dove si respira un clima avulso dalla vera anima del Paese.
Per conoscere l'essenza più profonda della Cuba di Castro bisogna addentrarsi tra le valli del tabacco di Vinales, dove i contadini portano avanti le loro tradizioni di coltura tramandate di generazione in generazione, come se il tempo si fosse fermato.
A conti fatti, l'auspicato cambiamento post Fidel sarà un processo assai più lento di quanto si pensi e la vera scommessa è capire se i cubani, orfani di chi per scelta o costrizione li ha presi per mano per oltre mezzo secolo, saranno in grado di diventarne protagonisti o vittime del futuro globale. L'affermazione che più si sente dire, chi è di ritorno da un viaggio a Cuba è senz'altro: hai fatto bene ad andare a Cuba, bisogna andarci ora prima che cambi. Io vorrei tranquillizzare tutti: Cuba non cambierà tanto velocemente!
Percorrere il Malecon è come conoscere i diversi volti e le diverse anime del popolo cubano. Ci sono i giovani incuriositi dai coetanei stranieri vestiti alla moda, tassisti e camerieri che si danno da fare senza sosta per richiamare l'attenzione dei visitatori, e chi si limita a osservare il flusso costante di persone dai davanzali, muovendosi il minimo indispensabile per non farsi sopraffare dall'afa di un'estate prematura. Uno scorcio che racchiude l'essenza di un Paese il quale, a sei mesi dalla scomparsa di Fidel, fa i conti con il passato e guarda, con difficoltà, al futuro. Mentre all'orizzonte si alzano colonne di fumo provenienti dal non lontano Venezuela, nelle cui piazze divampano gli incendi della protesta e la striscia di sangue della repressione di Nicolas Maduro, uno degli ultimi grandi alleati del regime castrista.
Sono in molti a ritenere che dalla morte del lider maximo sia cambiato poco o niente, poi camminanado sul paseo del Prado, si vede il nuovo centro commerciale Manzana de Gomez, nel cuore della capitale, che chiamano «il tempio del capitalismo». Qui, 'una commessa prende 12 dollari al mese di stipendio, e vende profumi che ne costano 92 alla confezione'. E proprio il nuovo complesso di negozi è diventato la mecca degli adolescenti, che lì si danno appuntamento per fotografarsi davanti alle vetrine di Mont Blanc e Lacoste, e mandare gli scatti ai parenti fuggiti a Miami prima della rivoluzione. Camminando per le strade dell'Avana si nota tuttavia un certo fermento per i tanti cantieri in attività, soprattutto di grandi alberghi. A Cuba l'unica cosa che funziona è il turismo, per questo tanti professionisti si mettono a fare i tassisti o i camerieri, solo così riescono a guadagnare, e a migliorare la loro posizione». Ciò fa presumere che sia proprio questa industria in grado di trainare una lenta ma possibile crescita economica.
Ma basta allontanarsi un pò dalla capitale, verso l'entroterra, per capire qual è il doppio passo del Paese, qui la rivoluzione sembra non sia mai arrivata, mentre sulla strada, due persone transitano su un calesse trainato da un cavallo. Ovviamente fanno eccezione i Cayo, paradisi turistici, che a seconda dei gusti sono popolate da una manciata di bungalow in riva al mare come a Cayo Levisa, nella provincia di Pinar del Rio, o dagli albergoni in stile Miami di Varadero, dove si respira un clima avulso dalla vera anima del Paese.
Per conoscere l'essenza più profonda della Cuba di Castro bisogna addentrarsi tra le valli del tabacco di Vinales, dove i contadini portano avanti le loro tradizioni di coltura tramandate di generazione in generazione, come se il tempo si fosse fermato.
A conti fatti, l'auspicato cambiamento post Fidel sarà un processo assai più lento di quanto si pensi e la vera scommessa è capire se i cubani, orfani di chi per scelta o costrizione li ha presi per mano per oltre mezzo secolo, saranno in grado di diventarne protagonisti o vittime del futuro globale. L'affermazione che più si sente dire, chi è di ritorno da un viaggio a Cuba è senz'altro: hai fatto bene ad andare a Cuba, bisogna andarci ora prima che cambi. Io vorrei tranquillizzare tutti: Cuba non cambierà tanto velocemente!
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