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di: GPonGP (del 03/10/2016 @ 17:05:51 in Habana, linkato 761 volte)
Forse è finirà l'era del iconico malecon, dove giovani amanti si abbracciavano, musicisti riempivano del song il lungomare, pescatori affollavano la riva, il 'canonazo' rombava e tutti si guardava il tramonto. E' l'era digitale ed anche Cuba inizia, seppur lentamente, ad aprirsi agli hot-spot ed al mondo. Ci dovremo abituare al cambiamento e vedere il malecon pieno di smartphone in un mondo virtuale al posto degli abbracci, dei sorrisi e di quell'atmosfera romantica del lungomare habanero.

Il governo di Raul Castro aveva annunciato con enfasi il progetto: entro la fine del 2016 sarà installato wi-fi a pagamento nel luogo più rappresentativo e affollato di L'Avana: il Malecon. Così sei chilometri di costa, dal Paseo del Prado alla foce del fiume Almendares, confine occidentale del centro della Capitale, si gremiranno di cubani in cerca di connessione wi-fi. forse, questa sarà l'occasione per vedere attenuate le abituali polemiche tra filo-governativi e dissidenti anticastristi, con i primi che imputano all'embargo imposto dagli Stati Uniti i ritardi nello sviluppo di infrastrutture sulle telecomunicazioni dell'isola, e i secondi che accusano il governo di limitare gli accessi e di controllare le informazioni che girano sul web, quindi facendo prevalere ragioni squisitamente repressive. (Un'approfondita analisi realizzata nel 2012 da Limes diretta a misurare l'incidenza dei social sulle rivoluzioni arabe, segnalava che l'equazione 'diffusione dei social media = probabilità di cambiamento sociale' non è valida. Secondo la rivista di geopolitica negli Stati che più usano Internet, il vento della primavera araba aveva spirato meno, e se questa diversa 'equazione' sociologica avesse un suo fondamento, il regime dei fratelli Castro potrebbe dormire sonni tranquilli) Di certo, a Cuba, la connessione al web oggi è difficoltosa, si stima che solo il 5% della popolazione abbia accesso alla rete, e per quanto i cubani facciano ricorso alla loro fervida immaginazione per condividere in qualche modo gli accessi, il 'digital divide' crea una vera frattura sociale. I privilegiati da una parte, ossia i politici, i funzionari della nomenclatura, i medici e i giornalisti dei mezzi informativi affini al potere, che hanno possibilità di accedere alla rete, e la maggioranza della popolazione dall'altra, con un'ampia fetta di cittadinanza che vede Internet come uno strumento economicamente irraggiungibile, un'ora di connessione costa due-tre pesos convertibles, circa due-tre dollari, lì dove lo Stato eroga stipendi medi di appena 25 dollari.
di: GPonGP (del 04/08/2016 @ 16:46:56 in Habana, linkato 862 volte)
Ho da sempre sostenuto che investire a Cuba è un rischio, (vedi precednte post Cuba mi trasferisco ...a fare cosa?), ammetto però che i dati inerente al settore del terziario, nello specifico il turismo, sono indubbiamente promettenti: boom turisti, 2.2 milioni in 6 mesi, trainano operatori privati. +83,9% visitatori da Stati Uniti. Per quanto questi dati siano ancora ben lontani dai valori del turismo in Italia, che con i suoi quasi 50 milioni di arrivi, si attesta al quinto posto della classifica mondiale dopo Francia, USA, Spagna e Cina, Cuba ha registrato nell'anno passato 4 milioni di turisti, con il Canada come primo emissore con oltre un milione 168 mila viaggiatori (+12%), seguito dai principali mercati europei: la Germania (26%), l'Inghilterra (26%), la Francia (33%), l'Italia (18%) e la Spagna (35%). Nel periodo risalta l'incremento di visitatori provenienti dalla Svizzera (+35,4%). Nei primi 6 mesi del 2016, Cuba regista 2,2 milioni di stranieri che sono arrivati nell'isola, un aumento del 12% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Tutta la struttura economica a Cuba è in mano allo Stato, ma gli operatori privati stanno guadagnando spazio nell'industria turistica a Cuba, hanno indicato che questi piccoli imprenditori privati servono come 'appoggio strategico' per 'complementare' l'offerta ufficiale. Sono i 'cuentapropistas' (lavoratori in proprio) che gestiscono bed and breakfast, appartamenti in affitto, ristoranti, trasporti. Anche in questo settore è risultato cruciale l'effetto del 'disgelo' dei rapporti fra L'Avana e Washington: nel primo semestre dell'anno il numero di americani che hanno visitato l'isola è aumentato del 83,9%, e questo prima ancora che si siano ristabiliti i collegamenti aerei regolari con gli Usa. Sinceramente non sono in grado di prevedere se questo aumento turistico, principalmente americano, apprezzerà Cuba per quel che è, dall'arretratezza delle infrastrutture e dalla discutibile qualità dell'accoglienza, senza parlare della completa asenza di servizi 'digitali', (in Europa la quota di turismo in ingresso che proviene dal web è quasi del 50 %, in Italia, siamo sottomedia con un 26%, in America non so in che percentuale si attestano i servizi turistici digitali ma immagino siano alla pari della media europea), quindi questo settore sarà certamente al centro delle attenzioni di sviluppo ed interesse, anche se non di immediata implementazione. In questo navigare di idee..penso che sarebbe fattibile una APP off-line, (al momento a Cuba non è possibile la geolocalizzazione satellitare) dove siano mappate comunque le cartografie, le indicazioni di locali, case particulares con prenotazioni tramite sms, luoghi da vedere ecc... Il difficile non è tanto la APP in se, ma disporre di 'blogger' e conoscitori dell'isola, per riempire la APP dei contenuti.... Amanti di Cuba...cosa ne pensate?

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