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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.

giu17sab

di: GPonGP (del 17/06/2017 @ 14:00:29, in Habana, linkato 770 volte)
E' risaputo che una parte di me è legata a quel mondo caraibico, non tanto per le sue politiche, ma per l'amore che si prova quando incontri un luogo "incantato", sospeso nel tempo e fuori da ogni logica con cui siamo abituati a convivere nel nostro sistema.

E' di ieri la notizia che Donald Trump annulla "con effetto immediato" l'accordo, siglato poco più di un anno fa dal viaggio di Obama a Cuba. Il tycoon ha infatti deciso di rimettere tutto sul tavolo, firmando una nuova direttiva. Secondo Trump l'accordo precedente è stato stretto con "un governo che diffonde la violenza e l'instabilità" e che si è limitato ad "arricchire il regime castrista". Le aperture sul commercio e sul turismo "non hanno portato vantaggi ai cubani e neanche migliorato la situazione dei diritti umani". Per questo The Donald si è detto convinto di voler "applicare con maggior convinzione l'embargo e il divieto sul turismo".

Così, Cuba, probabilmente ricadrà nel già vissuto "periodo especial" degli anni 90, quando a seguito del collasso, in seguito alla crisi dell'Unione Sovietica e dei paesi dell'Est europeo, l'embargo statunitense si fece maggiormente sentire, generando una crisi che ha lasciato un segno indelebile in tutti i cubani.

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lug03lun

di: GPonGP (del 03/07/2017 @ 12:43:54, in Habana, linkato 1926 volte)
Ricordo la prima volta che andai a Cuba, oltre 15 anni fa, nella rumorosa e caotica Habana per un momento ci fu un attimo di silenzio, fu allora che sentii per la prima volta la frase: "è passato un angelo". Quando si crea un silenzio improvviso vuol dire che un angelo sta passando. In quella frase c'era tutto ciò che ancora ricordo di Cuba: la magia, la poesia, la malinconia.

L'Havana aveva, ma forse ha ancora, il fascino di un posto apparentemente pericoloso, ma dove di fatto non ti succede quasi mai niente. Certo, bisogna essere un po' accorti, e, avere delle soluzioni per la gente che si accolla subito e si offre di accompagnarti, spiegarti, venderti qualcosa, a partire dal proprio corpo.

Non so quante persone a quel tempo mi hanno chiesto la carta d'invitation per venire in Italia, per fare qualsiasi cosa, oggi quel documento non serve più, ma il desiderio dei cubani di uscire dal paese è rimasto immutato, così come immutato rimane quell'apparente stato di sospensione dal tempo che offre quel luogo.

Ho visto delle case bellissime dove mi hanno ospitato, ho affittato macchine che poi hanno dato passaggio a sconosciuti, e non potrò mai dimenticare la mia prima nuotata a Cayo Jutias, posto per non troppo turistico e con quel mare, per me il più bello del mondo. Aspettami Habana.
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ago07lun

di: GPonGP (del 07/08/2017 @ 11:07:52, in Habana, linkato 1244 volte)
  • Conobbe Cuba per caso. Quando nel 1928 di passaggio con la famiglia, visitò L'Avana. Ernest Hemingway, la moglie Pauline e i figli Jack e Patrick fecero tappa nella capitale cubana in attesa della partenza della nave "Reina de la Pacifica". Da quel momento scoppiò l'amore per la città più grande dei Caraibi. Tanto che lo scrittore americano decise di visitare l'isola più volte. Incantato dalla pesca d'altura dei marlin, passò molto tempo sull'isola dell' Ex comandante Fidel Castro, e nel 1940 acquistò Finca La Vigia, situata a 10 chilometri da la Havana, per l'esattezza a San francisco de Paula, dove scrisse alcune delle sue opere più note: Per chi suona la campana e Il vecchio e il mare, la seconda delle quali, premio Pulitzer 1953, è influenzata dalla profonda conoscenza della vita e della psicologia dei pescatori, acquisita dall'autore durante i periodi trascorsi a Cuba.

  • Scultura con busto di Hemingway, a Cojimar, situata sul lato est della città, dall'altro lato della baia. E' un centro prevalentemente di pescatori in cui Ernest Hemingway ha preso la sua barca, il Pilar.

  • Gregorio Fuente, pescatore cubano, ispiratore del protagonista de "il vecchio e il mare".

  • La copertina della prima edizione del capolavoro "il vecchio e il mare".

  • El Pilar, lo yacht di Hernest Hemingway.

  • La Terrazza di Cojimar, un ristorante dove Hemingway andava tutte le sere, anche per bere i suoi cocktail preferiti.

  • La Cuba di Hemingway si sposta all'interno della città. Alla scoperta dei bar frequentati dallo scrittore. Tra questi La Floridita e La Bodeguita del Medio, due piccoli bar che ancora oggi resistono e racchiudono la vivacità impressa da Hemingway. Su una piccola targa appesa a La Floridita, è appeso un biglietto firmato da Hemingway sul quale è scritto: "Il mio mojito nella Bodeguita del Medio e il mio daiquiri al Floridita". La Bodeguita del Medio è un vero e proprio bar che serve cucina tradizionale cubana. Situato in Calle Empedrado appena ad ovest della cattedrale di L'Avana Vecchia, questo edificio e il suo interno sono ricoperti di graffiti, in gran parte dedicati a Hemingway e Cuba.

    La Floridita è la patria di daiquiri, uno dei cocktail amati dallo scrittore e definito dallo stesso "il migliore del mondo". Oggi, il posto è molto popolare per i turisti. Una statua dello scrittore si trova nelle vicinanze.

  • Se siete amanti dello scrittore americano dovete allora visitare l'Hotel Ambos Mundo dove Hemingway visse per diversi anni. E' possibile visitare la sala Hemingway, rimasta intatta. Il bar della hall è un must da visitare, per poi degustare un ottimo cocktail.

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ago16mer

di: GPonGP (del 16/08/2017 @ 13:06:25, in Habana, linkato 672 volte)
Un volto tra i mille che ogni giorno vivono questa impressionante città caraibica: uno sconosciuto senza altri bagagli che i suoi sogni, il marchio di fabbrica del signor Estèvez.

Nella sua piccola casa-azienda-bottega nel centro de l'Avabna vecchia, Orestes Estevez produce vino aromatizzato, ma non ha l'attrezzatura moderna per il processo di vinificazione. Si è adattato usando i condom sui colli dei bottiglioni per lasciare fermentare il vino, con tanta pazienza e professionalità, Orestes Estevez trascorre gran parte della sua giornata a imbottigliare il vino liquoroso che lui stesso produce.

Orestes, non sigilla le bottiglie con tappi normali bensì con preservativi, lasciando così a fermentare il vino.

L'odore dolciastro della frutta e del mosto, nel frattempo, impregna l'aria circostante della sua modesta casa, all'Avana, a Cuba. Il processo più delicato è il travaso del vino in brocche di vetro. Per mantenere l'aroma fruttato il più a lungo possibile, Orestes si serve di questo metodo semplice ma innovativo.

I suoi vini aromatizzati allo zenzero e all'ibisco sono conservati in un luogo adatto per poter fermentare, I preservativi sono fatti scivolare su ogni collo di bottiglia avviando così il processo di vinificazione.

Orestes Estevez avviò la sua produzione vinicola nel 2000 ricavando la sua piccola cantina nel cortile della sua modesta abitazione, alla quale diede il nome di El Canal. Oggi è diventata una fiorente attività che annualmente produce migliaia di litri di vino aromatizzato con una vasta gamma di frutti esotici, tra cui un largo impiego di guava, conosciuta già dalla civiltà precolombiana degli Aztechi come prugna di sabbia. Il frutto è prodotto da un albero sempreverde, lo psidium guajava, originario dell'America centro-meridionale e dei Caraibi.

Spesso al suo vino Orestes aggiunge anche della barbabietola e qualche vegetale. La sua passione per la "bevanda degli dei" giunse due decenni fa, dopo la carriera nei servizi militari e di sicurezza. Aprì così la sua attività sfruttando le timide aperture concesse dal governo comunista cubano all'avvio di imprese private. Oggi Estevez insieme alla moglie e al figlio, con il supporto di un'assistente, provvede all'imbottigliamento con 300 brocche, ciascuno contenenti 20 litri di vino a testa. L'ingrediente principale è l'uva cubana, ma durante la lavorazione sono aggiunti aromi fruttati di ogni varietà tropicali.

La sua cantina, nel corso degli anni, è diventata un'attrazione di quartiere. I residenti della zona di El Cerro si siedono fuori dalla sua abitazione a tutte le ore e trascorrono il tempo a sorseggiare il suo vino. Un colpo d'occhio è fornito dai bottiglioni di vetro ordinati in fila, ciascuno chiuso con un preservativo che lentamente si gonfia quando inizia il processo di fermentazione.

Quando quest'ultimo termina e non fioriscono più i gas, allora il preservativo smette di gonfiarsi e si affloscia su se stesso: è il segnale che il vino è pronto per essere imbottigliato e messo in commercio. Il processo di fermentazione può durare dai 30 ai 45 giorni. Una volta completato, il vino è pronto per essere imbottigliato, immesso sul mercato locale e consumato nelle case o nei ristoranti. Le vendite si aggirano intorno alle 50 bottiglie giornaliere, al costo di 10 pesos cubani (40 centesimi) ciascuna.

I suoi vini hanno un prezzo accessibile a tutti, in particolare alle fasce meno abbienti della società che hanno uno stipendio medio di 25 dollari al mese e non possono permettersi vini pregiati importati. A causa dell'embargo commerciale imposto dagli Stati Uniti a Cuba e le inefficienze proprie di un'economia centralmente pianificata, migliaia di prodotti sono quasi impossibili da reperire sull'isola. La scarsità di prodotti ha spinto molti cubani ad adattarsi con ciò che avevano a portata di mano, come ha fatto lo stesso Orestes sprovvisto di valvole sofisticate per far fermentare il vino.
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ago28lun

di: GPonGP (del 28/08/2017 @ 12:10:31, in Finale Emilia, linkato 763 volte)
Sei lì da sempre, perchè non riesco ad immaginare che dimensione hanno 600 anni. Non sei mai stata nè buona nè cattiva, ma solo ciò che le persone hanno fatto di te, hai visto il rinascimento e le grandi guerre, poi avanti, fino al periodo attuale.

Da sempre, "sorniona", hai visto crescere le genti di queste terre, le loro opere, le loro azioni, il loro scorrere del tempo.

Dalle speranze che molti hanno rimesso in te, quando chi ti vedeva per l'ultima volta, entrando nel quel di allora ospedale, a chi per la prima volta ti vedeva, sempre dalle finestre di quell' ospedale, cui tu eri custode.

Io appartengo a quella generazione che ancora ti ha vista presente e viva, che è cresciuta nella tua ombra e che nei vicoli, tuoi adiacenti, ha camminato per tutti quegli anni, un poco inconsapevoli, dove non si pensa altro che crescere. Gli anni in cui davvero ci si gode la vita.

Sono entrato nella tua pancia, nelle fiere settembrine, quando ci concedevi accesso e in tutti quei momenti in cui ti prestavi a farci conoscere la bellezza di sculture, pitture ed opere letterarie e di teatro, maestralmente presentate da chi ci sapeva coinvolgere in quelle atmosfere.

Ho visto rifarti il "look" più volte, ma tu avevi già iniziato a sonnecchiare e con te molti di "noi", poi tutto d'un tratto il tuo sonno è per sempre.

Sei ancora lì ma in tanti non ti vedono più.

A futura memoria e futura speranza.
Dedicato a Finale.
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