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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
set05lun
A seguito di un precedente post, ho ricevuto varie richieste di informazioni sull'argomento 'Casa a Cuba. Forse per la natura setessa dell'isola,
che è un paradiso caraibico, con una delle popolazioni più istruite del mondo, sanità su livelli europei, mare cristallino e stile di vita libero,
Cuba sembrerebbe, almeno secondo l'immaginario più comune, un vero e autentico paradiso e non sono rari i casi di innamoramento a prima vista
per chi abbia visitato questa splendida isola. Dall'innamoramento alla voglia di acquistare un immobile a Cuba il passo è davvero breve.
Acquistare una casa a Cuba, ancora oggi e a prescindere da quale sia l'area del Paese dove vorremmo avere il nostro immobile,
non è ancora facile ed è ancora operazione soggetta a particolarissime restrizioni. Sia che voi vogliate comprare per vivere sull'isola o
che per fare un investimento. Nella capitale cubana, l'Avana, esistono due quartieri, Miramar e Siboney, dove uno straniero può acquistare casa,
normalmente appartamenti in condomini molto nuovi e costruiti con buoni standard qualitativi, peccato che i due quartieri in questione
non sono sicuramente parte di quel sogno caraibico che vi ha probabilmente fatto innamorare: si tratta di quartieri molto urbani,
dove si respira poco lo spirito cubano, anzi di cubano, per intenderci, c’è davvero poco ed i prezzi di un appartamento sono alla
europea, 120.000–150.000 euro, da corrispondere in genere in Peso Convertibile.
I coniugi di cittadini cubani hanno un'alternativa che poi non differisce molto da quella di un prestanome. Si può ovviamente intestare la casa
al proprio marito o alla propria moglie, situazione che, lo dico senza pregiudizi ma conscio delle esperienze che nostri connazionali
hanno dovuto affrontare a Cuba, non è affatto ottimale. La casa infatti sarà intestata in via esclusiva al vostro coniuge, con il risultato
e il rischio che, nel caso di divorzio, rimarrà di sua esclusiva proprietà.
L'unico vantaggio effettivo legale per chi è coniuge di cubani è sicuramente la possibilità di poter avere a disposizione un permesso di residenza permanente,
che permette tra le altre cose anche di lavorare e che è dunque appiglio legale solido per chi vuole rimanere nel paese per lunghi periodi.
In questo caso, costruire a Cuba, significa affrontare un vero 'calvario', se pensate di costruire nei tempi prefissati ...scordetevelo.
Esiste una regola fondamentale, non rimandare mai all'ultimo la ricerca dei materiali di costruzione, quel che trovi oggi domani non c'è più
facile trovare per i negozi la pittura bianca in quantità, allo stesso tempo è facilissimo che il giorno dopo non trovi più niente
chiaro che dopo quello che il negozio ti vendeva a 6 cuc lo trovi giusto fuori dal negozio a 20 cuc stessa cosa per le mattonelle,
stessa cosa per i rubinetti il lavandino, spesso si trovano materiali a prezzi ribassati, infatti altra meccanica cubana è quella di andare
in giro per i negozi comprare a prezzo ribassato per poi farsi un giro per chi ristruttura e rivenderle a prezzo aumentato.
Ricordatevi non rimandate mai a domani quello che trovate oggi, se vi serve compratelo, rischiate di non trovarlo e di pagarlo più caro.
con la dovuta attenzione che anche a cuba esiste la differenza di prezzo e qualità come in tutti i paesi del mondo,
non cadente in tentazione sul cemento, ascoltando ciò che dice la gente su quanto sia conveniete comprare il cemento ne grande mercato de 'la calle',
se tutto va bene e solo un mischiato, e la sua 'presa' e resistenza è a dir poco inesistente, così come i blocchi da costruzione di tipo 'criolli'
fatti in casa con cemento mischiato a calcinacci tritati a simulare la sabbia. Pertanto fatto l'approvigionamento dei materiali idonei, i cui costi sono approssimativamente 10 peso a blocco e 150 peso a sacco di cemento,
per una spesa media di qualche equivalente migliaio di euro per una media costruzione, serviranno poi i servizi
dell' idraulico per fare un bagno portare l' acqua in casa, sia in cucina che nel bagno compreso di tubi, con un costo di circa 2000 pesos,
un muratore circa 1200 pesos, un elettricista compreso di cavi e prese varie, con un costo di altri 1500 pesos. Quindi, con circa 5000 euro,
si costruisce una casa di buoni standard qualitativi....poi serve tutto il resto per viverci. Ma di questo ne parlerò in un prossimo post.
set22gio
Alberto Korda, il cui vero nome è Alberto Diaz Gutierrez, è il fotografo cubano più noto al grande pubblico ma al tempo stesso più sconosciuto.
Nato il quattordici settembre 1928 a La Habana, morì il ventisei maggio 2001 a Parigi.
Le sue immagini leggendarie sono legate ai ritratti di Ernesto 'Che' Guevara e del ex-leader cubano Fidel Castro.
Alberto Korda, cubano, lavorava nell'isola da prima dello scoppio della rivoluzione castrista.
Il giovane fotografo, in società con un collega, aveva aperto uno studio per scattare fotografie di moda e pubblicità nella Cuba corrotta
dal regime di Fulgencio Batista. Con lo scoppio della rivoluzione, nel 1959, il giovane Fidel Castro e i suoi più stretti collaboratori
si rendono conto dell'importanza di far apparire, al di fuori dei confini, l'immagine di un governo dinamico e pieno di energie.
E' così che Korda, fotografo di pubblicità e di moda, viene assoldato dai collaboratori di Castro e diventa il fotografo del nuovo governo cubano.
Col passare del tempo Korda si appassiona alla causa cubana e continuerà a restare al fianco del Lider Maximo.
Korda è colui che immortalò Ernesto Guevara nella celebre foto del 'Guerrillero Heroico', (guerrigliero eroico),una fotografia
che ha fatto il giro del mondo. Conosciuta praticamente da tutti, per il carico emozionale che ha trasmesso a intere generazioni
e per essere stata il simbolo di una tentata riscossa sudamericana. L' immagine che ritrae Ernesto Che Guevara
con il basco e la stella, durante i funerali pubblici che celebravano i morti dell'attentato alla nave La Coubre nel porto de L'Avana nel 1960.
L'immagine divenne famosa soltanto dopo la morte del "Che", divulgata dall'editore italiano Giangiacomo Feltrinelli che ne fece un
poster, facendola conoscere a tutto il mondo, senza però svelare il nome dell'autore e non riconoscendogli un centesimo visto che l'amico
Korda gliela regalò. Alberto Korda non si è impegnato per ottenere il riconoscimento dei diritti della foto del Che perché considera
il suo lavoro un servizio alla rivoluzione.
Immagine divenne il simbolo, fin troppo commercializzato, della speranza e di una visione romantica di un mondo senza ingiustizie e diseguaglianze sociali, che ancora oggi riesce a suggestionare l'immaginario collettivo di molti giovani.
Sempre di Korda è lo scatto di un'altra foto del 1959, 'El Quijote de la farola' (Il don Chisciotte del lampione), foto che forse avrete visto di sfuggita un paio di volte nella vostra vita, ma non per questo meno nota. Quest' ultima mostra un guajiro, un contadino cubano, con un cappello di paglia sfilacciato, che ha come coccarda una bandiera cubana, arrampicato in cima ad un enorme, enorme, gigantesco lampione in 'plaza de la revolucion' in Habana. Sotto di lui si raccoglie una folla, ma il fotografo lo guarda di fronte, anche se da lontano. Una foto che riassume magistralmente lo spirito del primo anniversario del 26 luglio, (anniversario dell'assalto della caserma Moncada) ed anche il primo anniversario dove il 'Che' trascorse lontano da Cuba'. L'immagine contrappone il fervore della rivoluzione e l'uomo che, serenamente la osserva fumando.
La foto è incredibile e ci invita a fare molte domande. Come sia arrivato lì? Era un combattente, forse della cavalleria di Camilo Cienfuegos? Sei ancora vivo oggi, tra i tanti novantenni dell'isola?
Certo ai tempi, un qualunque cubano che salì sul palo ad oltre 4 metri per osservare quel che stava accadendo e che casualmente fu immortalato.
Molte volte ho sentito parlare di questa foto dal padre di mia moglie, con orgoglio ed al tempo stesso delusione, al punto che ho voluto verificare quanto mi diceva, constatando che quell'uomo era 'Paco' all'anagrafe, Eleuterio Tirado (usando un solo nome e cognome), il nonno di Lisandra, mia moglie, ormai deceduto nel 2008. Di quella foto, la famiglia di Lisandra detiene ancora un originale.
Immagine divenne il simbolo, fin troppo commercializzato, della speranza e di una visione romantica di un mondo senza ingiustizie e diseguaglianze sociali, che ancora oggi riesce a suggestionare l'immaginario collettivo di molti giovani.
Sempre di Korda è lo scatto di un'altra foto del 1959, 'El Quijote de la farola' (Il don Chisciotte del lampione), foto che forse avrete visto di sfuggita un paio di volte nella vostra vita, ma non per questo meno nota. Quest' ultima mostra un guajiro, un contadino cubano, con un cappello di paglia sfilacciato, che ha come coccarda una bandiera cubana, arrampicato in cima ad un enorme, enorme, gigantesco lampione in 'plaza de la revolucion' in Habana. Sotto di lui si raccoglie una folla, ma il fotografo lo guarda di fronte, anche se da lontano. Una foto che riassume magistralmente lo spirito del primo anniversario del 26 luglio, (anniversario dell'assalto della caserma Moncada) ed anche il primo anniversario dove il 'Che' trascorse lontano da Cuba'. L'immagine contrappone il fervore della rivoluzione e l'uomo che, serenamente la osserva fumando.
La foto è incredibile e ci invita a fare molte domande. Come sia arrivato lì? Era un combattente, forse della cavalleria di Camilo Cienfuegos? Sei ancora vivo oggi, tra i tanti novantenni dell'isola?
Certo ai tempi, un qualunque cubano che salì sul palo ad oltre 4 metri per osservare quel che stava accadendo e che casualmente fu immortalato.
Molte volte ho sentito parlare di questa foto dal padre di mia moglie, con orgoglio ed al tempo stesso delusione, al punto che ho voluto verificare quanto mi diceva, constatando che quell'uomo era 'Paco' all'anagrafe, Eleuterio Tirado (usando un solo nome e cognome), il nonno di Lisandra, mia moglie, ormai deceduto nel 2008. Di quella foto, la famiglia di Lisandra detiene ancora un originale.
ott03lun
Forse è finirà l'era del iconico malecon, dove giovani amanti si abbracciavano, musicisti riempivano del song
il lungomare, pescatori affollavano la riva, il 'canonazo' rombava e tutti si guardava il tramonto. E' l'era digitale ed anche
Cuba inizia, seppur lentamente, ad aprirsi agli hot-spot ed al mondo. Ci dovremo abituare al cambiamento e vedere il malecon
pieno di smartphone in un mondo virtuale al posto degli abbracci, dei sorrisi e di quell'atmosfera romantica del lungomare habanero.
Il governo di Raul Castro aveva annunciato con enfasi il progetto: entro la fine del 2016 sarà installato wi-fi a pagamento nel luogo più rappresentativo e affollato di L'Avana: il Malecon. Così sei chilometri di costa, dal Paseo del Prado alla foce del fiume Almendares, confine occidentale del centro della Capitale, si gremiranno di cubani in cerca di connessione wi-fi. forse, questa sarà l'occasione per vedere attenuate le abituali polemiche tra filo-governativi e dissidenti anticastristi, con i primi che imputano all'embargo imposto dagli Stati Uniti i ritardi nello sviluppo di infrastrutture sulle telecomunicazioni dell'isola, e i secondi che accusano il governo di limitare gli accessi e di controllare le informazioni che girano sul web, quindi facendo prevalere ragioni squisitamente repressive. (Un'approfondita analisi realizzata nel 2012 da Limes diretta a misurare l'incidenza dei social sulle rivoluzioni arabe, segnalava che l'equazione 'diffusione dei social media = probabilità di cambiamento sociale' non è valida. Secondo la rivista di geopolitica negli Stati che più usano Internet, il vento della primavera araba aveva spirato meno, e se questa diversa 'equazione' sociologica avesse un suo fondamento, il regime dei fratelli Castro potrebbe dormire sonni tranquilli) Di certo, a Cuba, la connessione al web oggi è difficoltosa, si stima che solo il 5% della popolazione abbia accesso alla rete, e per quanto i cubani facciano ricorso alla loro fervida immaginazione per condividere in qualche modo gli accessi, il 'digital divide' crea una vera frattura sociale. I privilegiati da una parte, ossia i politici, i funzionari della nomenclatura, i medici e i giornalisti dei mezzi informativi affini al potere, che hanno possibilità di accedere alla rete, e la maggioranza della popolazione dall'altra, con un'ampia fetta di cittadinanza che vede Internet come uno strumento economicamente irraggiungibile, un'ora di connessione costa due-tre pesos convertibles, circa due-tre dollari, lì dove lo Stato eroga stipendi medi di appena 25 dollari.
Il governo di Raul Castro aveva annunciato con enfasi il progetto: entro la fine del 2016 sarà installato wi-fi a pagamento nel luogo più rappresentativo e affollato di L'Avana: il Malecon. Così sei chilometri di costa, dal Paseo del Prado alla foce del fiume Almendares, confine occidentale del centro della Capitale, si gremiranno di cubani in cerca di connessione wi-fi. forse, questa sarà l'occasione per vedere attenuate le abituali polemiche tra filo-governativi e dissidenti anticastristi, con i primi che imputano all'embargo imposto dagli Stati Uniti i ritardi nello sviluppo di infrastrutture sulle telecomunicazioni dell'isola, e i secondi che accusano il governo di limitare gli accessi e di controllare le informazioni che girano sul web, quindi facendo prevalere ragioni squisitamente repressive. (Un'approfondita analisi realizzata nel 2012 da Limes diretta a misurare l'incidenza dei social sulle rivoluzioni arabe, segnalava che l'equazione 'diffusione dei social media = probabilità di cambiamento sociale' non è valida. Secondo la rivista di geopolitica negli Stati che più usano Internet, il vento della primavera araba aveva spirato meno, e se questa diversa 'equazione' sociologica avesse un suo fondamento, il regime dei fratelli Castro potrebbe dormire sonni tranquilli) Di certo, a Cuba, la connessione al web oggi è difficoltosa, si stima che solo il 5% della popolazione abbia accesso alla rete, e per quanto i cubani facciano ricorso alla loro fervida immaginazione per condividere in qualche modo gli accessi, il 'digital divide' crea una vera frattura sociale. I privilegiati da una parte, ossia i politici, i funzionari della nomenclatura, i medici e i giornalisti dei mezzi informativi affini al potere, che hanno possibilità di accedere alla rete, e la maggioranza della popolazione dall'altra, con un'ampia fetta di cittadinanza che vede Internet come uno strumento economicamente irraggiungibile, un'ora di connessione costa due-tre pesos convertibles, circa due-tre dollari, lì dove lo Stato eroga stipendi medi di appena 25 dollari.
ott24lun
Profumato, fresco, dolce e dissetante: il Mojito è comprensibilmente uno dei cocktail più amati (e consumati) al mondo, tanto che la sua storia
vive tra leggenda e realtà. Ma fatelo come si deve!
A Cuba il mojito è una vera e propria istituzione, viene sempre associato a Ernest Hemingway, noto estimatore di alcolici, che amava gustare il cocktail alla Bodeguita del Medio (e il daiquiri al Floridita, ma questa è un'altra storia). La Bodeguita era un locale molto amato da personaggi come Pablo Neruda e Salvador Allende, oggi assediato da turisti provenienti da tutto il mondo che vogliono bere il mojito preparato proprio lì, nel locale divenuto ormai leggendario.
Leggenda narra che, dietro al più noto cocktail cubano, ci sia in realtà un inglese, precisamente Sir Richard Drake (corsaro della corona inglese) noto come 'El Draque' (il drago), pirata. Nel 1578, dopo un ricco saccheggio, Drake fece tappa, con il suo equipaggio, a la Isla de la Juventud, una piccola isola di Cuba, dove gli uomini poterono abbeverarsi: menta schiacciata, spirito locale (rum non filtrato) e limone verde. Drake se ne innamorò e ribattezzò quel mix di sapori Draque o Draquecito, in onore del proprio soprannome.
Un'altra versione della storia di questo cocktail è legata agli schiavi dei Caraibi e collocata sul finire del Settecento, quando la canna da zucchero veniva fatta fermentare per realizzare una sorta di nettare e poi mescolata con l'aguardiente. Il risultato era il mojo (che in genere è nota come salsa di succo di limone e aglio usata in cucina per marinare), che però non veniva degustato come bevanda di piacere, i curanderos - guaritori - lo usavano nei loro rituali come medicinale per la cura di tutti i mali.
La aguardiente, ossia il primitivo rum, apportava il caldo, l'acqua diluiva l'alcool, il lime combatteva lo scorbuto per la mancanza di vitamina C, la menta aromatizzava e lo zucchero rendeva gradevole la miscela. Infatti i naviganti che si imbarcavano in lunghi viaggi spesso venivano colpiti dallo scorbuto per mancanza di vitamina C, dato i consumi limitati di cibi freschi. Fu un medico scozzese a scoprire la causa della malattia nel 1747, trovando la soluzione nelle scorte di citrici sulle navi. I marinai inglesi furono i primi ad portale grandi quantità di arance e limoni, diventando ingredienti base della loro dieta.
Agli inizi del 900, anche tramite le distillerie Bacardi, la produzione di rum era molto più raffinata e si utilizzava l'invecchiamento, di conseguenza si ottiene un prodotto di maggiore qualità. Il barman Attilio De La Fuente, ideò dietro al bancone de La Bodeguita Del Medio il primo Mojito moderno.
Gli ingredienti sono pochi ma essenziali:
Preparazione
In un bicchiere, tipo tumbler alto, mettete due cucchiaini di zucchero di canna bianco e il succo di mezzo lime. Mescolate con cura affinchè lo zucchero sia ben sciolto, aggiungete la menta, schiacciate delicatamente con il pestello, aggiungete il ghiaccio, il rum e completate con una spruzzata di soda. Guarnite con un rametto di menta e una fetta di lime. Per un preparare un 'Mojito criollo', che significa locale, aggiungete una goccia di Angostura.
Non servono particolari attenzioni per preparare un buon Mojito, ma qualche buon consiglio.
Mai pestare violentemente la menta, che sprigionerebbe sensazioni amare poco gradevoli. La menta, perchè non risulti amara e rovini il sapore del mojito, dev'essere fresca. Ecco perchè il mojito è un cocktail estivo, è durante questa stagione che la menta matura e la caratteristica del mojito è proprio la freschezza della menta che contrasta col gusto decisamente più forte del rum.
A Cuba il mojito è una vera e propria istituzione, viene sempre associato a Ernest Hemingway, noto estimatore di alcolici, che amava gustare il cocktail alla Bodeguita del Medio (e il daiquiri al Floridita, ma questa è un'altra storia). La Bodeguita era un locale molto amato da personaggi come Pablo Neruda e Salvador Allende, oggi assediato da turisti provenienti da tutto il mondo che vogliono bere il mojito preparato proprio lì, nel locale divenuto ormai leggendario.
Leggenda narra che, dietro al più noto cocktail cubano, ci sia in realtà un inglese, precisamente Sir Richard Drake (corsaro della corona inglese) noto come 'El Draque' (il drago), pirata. Nel 1578, dopo un ricco saccheggio, Drake fece tappa, con il suo equipaggio, a la Isla de la Juventud, una piccola isola di Cuba, dove gli uomini poterono abbeverarsi: menta schiacciata, spirito locale (rum non filtrato) e limone verde. Drake se ne innamorò e ribattezzò quel mix di sapori Draque o Draquecito, in onore del proprio soprannome.
Un'altra versione della storia di questo cocktail è legata agli schiavi dei Caraibi e collocata sul finire del Settecento, quando la canna da zucchero veniva fatta fermentare per realizzare una sorta di nettare e poi mescolata con l'aguardiente. Il risultato era il mojo (che in genere è nota come salsa di succo di limone e aglio usata in cucina per marinare), che però non veniva degustato come bevanda di piacere, i curanderos - guaritori - lo usavano nei loro rituali come medicinale per la cura di tutti i mali.
La aguardiente, ossia il primitivo rum, apportava il caldo, l'acqua diluiva l'alcool, il lime combatteva lo scorbuto per la mancanza di vitamina C, la menta aromatizzava e lo zucchero rendeva gradevole la miscela. Infatti i naviganti che si imbarcavano in lunghi viaggi spesso venivano colpiti dallo scorbuto per mancanza di vitamina C, dato i consumi limitati di cibi freschi. Fu un medico scozzese a scoprire la causa della malattia nel 1747, trovando la soluzione nelle scorte di citrici sulle navi. I marinai inglesi furono i primi ad portale grandi quantità di arance e limoni, diventando ingredienti base della loro dieta.
Agli inizi del 900, anche tramite le distillerie Bacardi, la produzione di rum era molto più raffinata e si utilizzava l'invecchiamento, di conseguenza si ottiene un prodotto di maggiore qualità. Il barman Attilio De La Fuente, ideò dietro al bancone de La Bodeguita Del Medio il primo Mojito moderno.
Gli ingredienti sono pochi ma essenziali:
- circa 5 cl di rum bianco
- il succo di mezzo lime (circa 2,5 cl)
- 2 cucchiaini di zucchero di canna raffinato bianco
- acqua gasata o soda, quanto basta (circa 9 cl)
- 3-4 cubetti di ghiaccio
- 5 foglie di yierba buena (in alternativa menta)
- 1 rametto di menta per decorazione
- 1 goccia di angostura (opzionale)
Preparazione
In un bicchiere, tipo tumbler alto, mettete due cucchiaini di zucchero di canna bianco e il succo di mezzo lime. Mescolate con cura affinchè lo zucchero sia ben sciolto, aggiungete la menta, schiacciate delicatamente con il pestello, aggiungete il ghiaccio, il rum e completate con una spruzzata di soda. Guarnite con un rametto di menta e una fetta di lime. Per un preparare un 'Mojito criollo', che significa locale, aggiungete una goccia di Angostura.
Non servono particolari attenzioni per preparare un buon Mojito, ma qualche buon consiglio.
Mai pestare violentemente la menta, che sprigionerebbe sensazioni amare poco gradevoli. La menta, perchè non risulti amara e rovini il sapore del mojito, dev'essere fresca. Ecco perchè il mojito è un cocktail estivo, è durante questa stagione che la menta matura e la caratteristica del mojito è proprio la freschezza della menta che contrasta col gusto decisamente più forte del rum.
dic05lun
La rumba cubana è stata dichiarata dall'Unesco 'Patrimonio culturale immateriale dell'Umanità'.
La decisione è stata assunta dal Comitato intergovernativo nel corso della riunione tenuta ad Addis Abeba.
La motivazione è che la rumba cubana è 'una manifestazione di autostima e resistenza' che contribuisce alla formazione della identità nazionale.
La delegazione cubana ha dedicato il riconoscimento alla memoria del lider maximo Fidel Castro (scomparso il25/11/2016).
Cosa è la rumba cubana? La rumba cubana oltre che ad essere un ballo o un canto, deve essere intesa come un tipo di 'FESTA', infatti quando i cubani dicono 'vamos a hacer una Rumba' la vivono come festa vera e propria. Nella Rumba Cubana si integrano molti elementi che derivano dal contributo della popolazione africana e dalla loro cultura, ma non assumono più la caratteristica della musica rituale come nella Santeria, bensì danno vita ad una musica profana a livello urbano. Oltre all'influenza africana si percepisce molto l'impronta spagnola con i loro tipici strumenti e canti. Il nome stesso Rumba, infatti, in Spagna rappresenta un altro tipo di musica e ballo. La rumba cubana. è l'espressione della vita quotidiana, dal contenuto del canto al ballo. Quasi ogni Rumba ha inizio con una parte cantata di carattere espositivo e propositivo, seguita dagli strumenti, dal coro e infine dal ballo, il quale suscita l'espressione 'quando SI ROMPE LA RUMBA' e in questo momento si ha l'uscita dal cerchio dei partecipanti: una coppia formata da uomo e donna, oppure, nel momento della Columbia si esibisce un solo partecipante alla volta. Ci sono infatti vari tipi di stili di Rumba Cubana, alcune ritenute molto antiche conosciute come Rumbe del tiempo Espana, poi abbiamo lo Yambù, il Guaguancò, la Columbia, e la Jiribilla.
Cosa è la rumba cubana? La rumba cubana oltre che ad essere un ballo o un canto, deve essere intesa come un tipo di 'FESTA', infatti quando i cubani dicono 'vamos a hacer una Rumba' la vivono come festa vera e propria. Nella Rumba Cubana si integrano molti elementi che derivano dal contributo della popolazione africana e dalla loro cultura, ma non assumono più la caratteristica della musica rituale come nella Santeria, bensì danno vita ad una musica profana a livello urbano. Oltre all'influenza africana si percepisce molto l'impronta spagnola con i loro tipici strumenti e canti. Il nome stesso Rumba, infatti, in Spagna rappresenta un altro tipo di musica e ballo. La rumba cubana. è l'espressione della vita quotidiana, dal contenuto del canto al ballo. Quasi ogni Rumba ha inizio con una parte cantata di carattere espositivo e propositivo, seguita dagli strumenti, dal coro e infine dal ballo, il quale suscita l'espressione 'quando SI ROMPE LA RUMBA' e in questo momento si ha l'uscita dal cerchio dei partecipanti: una coppia formata da uomo e donna, oppure, nel momento della Columbia si esibisce un solo partecipante alla volta. Ci sono infatti vari tipi di stili di Rumba Cubana, alcune ritenute molto antiche conosciute come Rumbe del tiempo Espana, poi abbiamo lo Yambù, il Guaguancò, la Columbia, e la Jiribilla.