per il tuo annuncio su questo sito contatta:
modulo contatto


\\Home Page : Cerca
Di seguito gli articoli e le fotografie che contengono le parole richieste.

Ricerca articoli per  sociali

di: GPonGP (del 03/07/2016 @ 22:59:35 in Habana, linkato 1558 volte)
Non è certo una novità:l'isola di Cuba, è spesso stata vista turisticamente come un luogo dove trovare donne con una certa facilità! Qualcosa sta cambiando, sono molti gli italiani che nutrono il desiderio di trasferirsi a viveri a Cuba, ognuno a modo suo, con tutto quello che una scelta simile comporta. Senza entrare nel merito di come sia possibile ottenere la residenza in Cuba, credo che la vera essenza, nonchè deterrente, di questa scelta sia "poi, una volta lì che faccio?" Cuba, nell' immaginario collettivo, comunque gode della nomea di una della isole più attive e vitali del mondo l'atteggiamento romantico e spensierato della popolazione cubana non è uno stereotipo, anzi, se vi trasferirete a Cuba potrete anche voi trasformarvi in un tipico cittadino cubano e godere dell'atmosfera di festa che permea ogni angolo di questa isola dei Caraibi. Però, trovare lavoro a Cuba non è unimpresa facile, perchè l'economica cubana non è del tutto accessibile nè ricca di opportunità. Infatti, Cuba possiede, ancora oggi e per via del suo sistema governativo socialista, un'economia pianificata, il governo controlla la maggior parte delle entrate economiche del paese e anche la maggior parte della forza lavoro. Quindi, salvo che non siate degli "investitori istituzionali di grandi capitali", l'unico settore privatizzato dell'isola di Cuba è quello che, per semplicità identifichiamo "terziario", e, in particolar modo, il settore turistico. in questo settore, si muovono quelle piccole economie dei "cuentapropistas", cioè i lavoratori autonomi, comunque sottoposti al regolamento per l'esercizio del lavoro autonomo e delle attività approvate. In questo "terreno" si muove chi desidera e può trasferirsi a Cuba, investendo dei risparmi che ha nel proprio portafoglio. Ma quali sono le attività più gettonate, vediamone alcune.
"Renta de casa", affitto turistico di case, ovviamente per farlo serve la casa che deve essere in un posto a forte vocazione turistica, in Habana, una casa idonea per turisti, può costare 100.000 CUC, ed è affittabile a 30 CUC per stanza a notte....se considerate un rendimento medio di occupazione annuale, del 60% di una stanza, significa circa 6000 CUC anno di reddito su cui gravano le imposte e le manutenzioni, quindi il ritorno di questo investimento è in 25 anni. Va da sè che si possono incontrare case anche a prezzi inferiori, ma difficilmente si "piazzano" in affitto turistico, questo è il caso in cui si cerchi la propria abitazione in cui vivere, in questo caso, in quartieri periferici il costo di una casa, singola, può contrattarsi a 30.000 CUC...poi va ristrutturata per le nostre abitudini.
"Renta de carro", ossia il taxista, meglio dire proprietario di un auto che viene data in gestione ad uno "choffer". Il prezzo di un auto in Cuba è elevatissimo, sempre in Habana, un auto di quelle che chiamano "carro moderno", ossia degli anni 80, può costare 10.000 CUC mentre un vecchio "amendrones", cioè una auto americana degli anni 60, costa circa 20.000 CUC. Ora facendo sempre i conti della "sarta", ipotizzando di aver acquistato un auto di 5 posti, può essere data in affitto giornaliero ad uno "choffer" per 40 CUC, ne consegue che il ritorno dell'investimento è ipotizzabile in massimo 3 anni, incluso tasse e piccole manutenzioni di proprietà.
"Helladeria o cafeteria", qui il terreno è ampiamente "battuto", e, salvo che non si intenda investire svariati 100.000 CUC in un disco-bar che tanto vanno di moda, e nell'esercito dei "faranduleri" della notte habanera, si possono anche riservare tavoli con bottiglia, alla modica cifra di 300 CUC, direi che la probabilità di fare un "buco nell'acqua" è molto forte, a meno che non ci si accontenti di una piccola gelateria, con parcheggio e servizio tipo "drive in", per consumatori in moneta nazionale....adducendo un reddito medio di equivalenti 40 CUC.
"Import vestiti, trucchi, scarpe, ecc...", ammesso che questa attività non è propriamente legale, nel rispetto del regolamento, è anche altreì vero che sono in tanti a farla, si acquista all'estero dove c'è convenienza, dalle TV, ai cellulari, ai vestiti, ecc.. e si rivendono in Cuba. Beh, qui il guadagno è dato dal fatto che se si è residente, alla dogana si pagano i dazi in moneta nacional, quindi c'è spazio di reddito, pur considerando i costi dei viaggi e la limitata capacità di import, quindi alla fine si sopravvive!
"Affitto di vestiti cerimoniali", ossia nolleggio abiti da sposo e sposa, magari con servizio di "weddings planner" generale dell'evento, questo però comporta di disporre un locale ad uso "storage" degli abiti e averlo riempito con vari modelli e taglie, quindi serve un certo tempo per porlo in essere, poi si sà, i cubani hanno nel loro "stile" la cerimonia, che sia matrimonio o festa del 15 anno...o semplicemente per una festa o ricorrenza...ad ogni modo ammetto che di questo "business", ancora non ho fatto un piano dei costi e risultati....ma immagino non si distanzierà rispetto agli alti posti ad esempi precedenti.

Va da sè, che una scelta di vita in Cuba, non deve essere vista nell'ottica dell' arrichirsi di moneta, ma di benessere. Cioè se mi accontento di fare qualcosa che mi offre quella possibilità di vita, a cui, pur sopprimendo qualcosa, è simile agli standard cui sono abituato, allora ne guadagno in qualità della vita stessa. Considerate che lo stipendio mensile di un lavoratore cubano è di circa 312 pesos nacional al mese, ossia poco meno di 12 euro al mese che però equivale in linea ipotetica, in base ai costi che si devono sostenere a Cuba, a uno stipendio medio italiano di circa 800 euro.

Per concludere, devo anche dire che ho conosciuto persone, giovani e coraggiose, Lui sposato con una Lei cubana, entrambi navigati di esperienza di lavoro all'estero, nello specifico in Burundi Africa, dove ne escono per motivi di instabilità e quindi di perdita del lavoro, scelgono Cuba come destinazione con un budget di 20-30.000 CUC....obiettivo ristrutturare casa e scegliere qualche opportunità di vita. Li invidio e li osservo, ma spero presto di riuscire nella stessa coraggiosa scelta di vita.
di: GPonGP (del 22/09/2016 @ 15:52:41 in Habana, linkato 3137 volte)
Alberto Korda, il cui vero nome è Alberto Diaz Gutierrez, è il fotografo cubano più noto al grande pubblico ma al tempo stesso più sconosciuto. Nato il quattordici settembre 1928 a La Habana, morì il ventisei maggio 2001 a Parigi. Le sue immagini leggendarie sono legate ai ritratti di Ernesto 'Che' Guevara e del ex-leader cubano Fidel Castro. Alberto Korda, cubano, lavorava nell'isola da prima dello scoppio della rivoluzione castrista. Il giovane fotografo, in società con un collega, aveva aperto uno studio per scattare fotografie di moda e pubblicità nella Cuba corrotta dal regime di Fulgencio Batista. Con lo scoppio della rivoluzione, nel 1959, il giovane Fidel Castro e i suoi più stretti collaboratori si rendono conto dell'importanza di far apparire, al di fuori dei confini, l'immagine di un governo dinamico e pieno di energie. E' così che Korda, fotografo di pubblicità e di moda, viene assoldato dai collaboratori di Castro e diventa il fotografo del nuovo governo cubano. Col passare del tempo Korda si appassiona alla causa cubana e continuerà a restare al fianco del Lider Maximo. Korda è colui che immortalò Ernesto Guevara nella celebre foto del 'Guerrillero Heroico', (guerrigliero eroico),una fotografia che ha fatto il giro del mondo. Conosciuta praticamente da tutti, per il carico emozionale che ha trasmesso a intere generazioni e per essere stata il simbolo di una tentata riscossa sudamericana. L' immagine che ritrae Ernesto Che Guevara con il basco e la stella, durante i funerali pubblici che celebravano i morti dell'attentato alla nave La Coubre nel porto de L'Avana nel 1960. L'immagine divenne famosa soltanto dopo la morte del "Che", divulgata dall'editore italiano Giangiacomo Feltrinelli che ne fece un poster, facendola conoscere a tutto il mondo, senza però svelare il nome dell'autore e non riconoscendogli un centesimo visto che l'amico Korda gliela regalò. Alberto Korda non si è impegnato per ottenere il riconoscimento dei diritti della foto del Che perché considera il suo lavoro un servizio alla rivoluzione.
Immagine divenne il simbolo, fin troppo commercializzato, della speranza e di una visione romantica di un mondo senza ingiustizie e diseguaglianze sociali, che ancora oggi riesce a suggestionare l'immaginario collettivo di molti giovani.
Sempre di Korda è lo scatto di un'altra foto del 1959, 'El Quijote de la farola' (Il don Chisciotte del lampione), foto che forse avrete visto di sfuggita un paio di volte nella vostra vita, ma non per questo meno nota. Quest' ultima mostra un guajiro, un contadino cubano, con un cappello di paglia sfilacciato, che ha come coccarda una bandiera cubana, arrampicato in cima ad un enorme, enorme, gigantesco lampione in 'plaza de la revolucion' in Habana. Sotto di lui si raccoglie una folla, ma il fotografo lo guarda di fronte, anche se da lontano. Una foto che riassume magistralmente lo spirito del primo anniversario del 26 luglio, (anniversario dell'assalto della caserma Moncada) ed anche il primo anniversario dove il 'Che' trascorse lontano da Cuba'. L'immagine contrappone il fervore della rivoluzione e l'uomo che, serenamente la osserva fumando.
La foto è incredibile e ci invita a fare molte domande. Come sia arrivato lì? Era un combattente, forse della cavalleria di Camilo Cienfuegos? Sei ancora vivo oggi, tra i tanti novantenni dell'isola?
Certo ai tempi, un qualunque cubano che salì sul palo ad oltre 4 metri per osservare quel che stava accadendo e che casualmente fu immortalato.
Molte volte ho sentito parlare di questa foto dal padre di mia moglie, con orgoglio ed al tempo stesso delusione, al punto che ho voluto verificare quanto mi diceva, constatando che quell'uomo era 'Paco' all'anagrafe, Eleuterio Tirado (usando un solo nome e cognome), il nonno di Lisandra, mia moglie, ormai deceduto nel 2008. Di quella foto, la famiglia di Lisandra detiene ancora un originale.
di: GPonGP (del 03/04/2017 @ 11:48:32 in Habana, linkato 933 volte)
Sono trascorsi già 10 mesi dall'ultima volta che ho appoggiato piede sulla "Isla Grande", la maggiore delle Antille in quel caribe da me tanto amato. Un tempo quasi infinito, per chi come me, in quel luogo ha ritrovato "l'essenza del essere", sia in relazione famigliare sia per quella sensazione di appagamento che mi pervade quando approdo in quella meta. Non tanto per ciò che nell'immaginario collettivo questa Isola rappresenta, quanto piuttosto per la fuga da questa quotidianità che quell'Isola ben rappresenta nella mia vita.

In effetti, già è tempo che inizi ad organizzare il prossimo viaggio, sempre che, la mia "dolce metà", originaria di quel mondo, me lo permetta. Già, non ho mai ottenuto "nulla osta", ad un viaggio senza Lei al mio fianco, all'opposto invece, Lei ha più volte viaggiato senza di me. Strani casi della vita, ma indifferentemente da questo, credo che in questa occasione, allargherò l'organizzazione a chi desidera partecipare ad una vacanza alternativa, quindi niente turisti modello "Alpitour"!.

Dedico pertanto questo articoletto di oggi, a quell'isola, sia perchè è da tempo che non lo faccio, sia perchè scrivendo mi infonde il desiderio di viaggiare.

E' di pochi giorni fa la notizia che il pieno di «super» all'Avana è un privilegio solo per i turisti che pagano in contanti e per le auto da loro affittate. Tutti gli altri, comprese le aziende statali che acquistano il carburante con carte prepagate che si riforniscano di benzina «normale», detta anche la «spacca motori» visto il bassissimo contenuto di ottano e il fumo da ciminiera che produce, restano senza benzina perchè il venezuela non la regala più. La decisione del regime di Raul Castro è stata obbligata visto che ormai da settimane Caracas ha interrotto le forniture di carburante alla dittatura caraibica, essendo anch'essa rimasta a secco, e questo nonostante il Venezuela sia il Paese che ha più riserve di petrolio al mondo.


Ma "chi" è questa Cuba da tutti sentita e da pochi conosciuta, mi permetto una pillola di storia, liberamente tratta da un articolo di Umberto Guzzardi, dal sito Il Caffè Geopolitico

Da quando, nella notte di Capodanno del 1959, il presidente e dittatore cubano Fulgencio Batista annunciava ad una attonita platea la sua fuga e la prossima conquista della capitale da parte di un gruppo di rivoluzionari guidati da tali Fidel Castro ed Ernesto Guevara, in arte il Che, l'isola di Cuba è diventata uno dei principali palcoscenici della Storia. La dura reazione statunitense, che varò un pervasivo embargo economico nel tentativo di soffocare la sua economia, ebbe l’unico risultato di spingerla nell'abbraccio dell'orso russo: in pochi anni, il governo dei "barbudos" instaurò un'economia centralizzata, si dichiarò comunista e fedele all'URSS, portando al contempo il mondo ad un passo dall'annichilimento nucleare.


Da allora, il regime cubano ha dato prova di strabiliante resistenza, riuscendo a sopravvivere al crollo della sua benefattrice sovietica ed a trovare anche un valido sostituto nel Venezuela di Hugo Chavez, che ha sempre visto nel "Lider Maximo" cubano un modello ed un "mostro sacro" del sentimento anti-statunitense. La crisi dell'amico e benefattore venezuelano, schiacciato dal crollo del prezzo del petrolio e della sua stessa disorganizzazione, ha costretto però L’Avana a cercare nuovi amici. A riprova del fatto che per i governi il bene più alto è la propria persistenza al potere, il presidente Raul Castro, subentrato al fratello Fidel nel 2008, non ha trovato nessun controsenso nel rivolgersi al nemico di sempre, gli Stati Uniti. Il riavvicinamento, mediato dal Canada e dalla Santa Sede, ha trovato in Barack Obama un presidente ben disposto e comprensivo. Di fronte ad un'apertura abbastanza limitata, Washington nel 2014 ha ufficialmente rimosso il bando ai voli da e verso Cuba, ha riaperto l'ambasciata, ed ha rimosso l'isola caraibica dalla lista dei Paesi sostenitori del terrorismo, passo necessario per abolire l'embargo economico. La mossa del presidente uscente ha incontrato il plauso del mondo internazionale e di quello degli affari. Infatti, pur essendo un mercato piccolo (circa 11 milioni di abitanti) ed a basso reddito (circa 12/15 dollari al mese), molte aziende USA hanno visto grandi possibilità di investimenti, soprattutto nel campo del turismo e dei servizi. Un'altra importante riforma è stata l'abolizione della regola migratoria del "wet foot, dry foot" , (piede bagnato, piede secco), che permetteva ad ogni cubano che riusciva ad arrivare sul suolo degli Stati Uniti di evitare il rimpatrio e di divenire residente legale.

Il 2016 è stato segnato da due eventi estremamente importanti per Cuba e per il processo di disgelo: il 25 novembre la morte di Fidel Castro, uno degli ultimi protagonisti viventi della fase più antagonistica della Guerra Fredda, e l’8 novembre la vittoria di Donald Trump. Durante la campagna elettorale, per ottenere il voto degli immigrati cubani anticastristi, Trump aveva fortemente criticato il disgelo obamiano, definendolo troppo accomodante nei confronti dell'isola. Una volta giunto al potere, il presidente ha annunciato l'intenzione di "rivedere da cima a fondo" la politica USA verso Cuba, di cui ha criticato le continue infrazioni dei diritti umani nei confronti di prigionieri politici, l'insufficienza delle riforme volte alla liberalizzazione della politica e dell’economia, e la continua vicinanza al Venezuela di Nicolas Maduro, da cui Cuba continua a dipendere per le importazioni di petrolio e gas. Un altro punto che potrebbe minare la pacificazione è il desiderio della nuova amministrazione di mantenere operante il carcere di massima sicurezza di Guantanamo. Poco chiara è invece la posizione del presidente a riguardo della politica migratoria. Anche se questa politica è avversata dagli anti-castristi più convinti, essa ha permesso a centinaia di migliaia di cubani di entrare negli USA senza permesso, e pertanto la sua abolizione non può che far piacer ad un presidente che molto ha puntato sulla riduzione dell'immigrazione irregolare.

Per coloro che vedevano nell'apertura di Cuba l'inizio della caduta del regime, la realtà (fino ad ora) sì è mostrata contraria alle loro aspettative: la leadership dell'isola è sopravvissuta alla perdita del loro maggiore esponente, (che aveva ceduto le redini del potere da almeno dieci anni), e non mostra alcun segnale di debolezza. Ben lungi dall'essere isolata, Cuba è stata riammessa nell’OAS (Organizzazione degli Stati Americani) pur senza essere reintegrata, segno della volontà generale di sanare una rottura che perdura dal 1962. Inoltre il governo cubano continua ad essere un attore rilevante nei principali affari del continente, e non soltanto per i suoi tradizionali alleati "socialisti", (quali Venezuela, Nicaragua, Bolivia ed Ecuador). Ne sono un lampante esempio gli accordi di pace tra governo colombiano e FARC-EP, siglati appunto nella capitale dell'isola. Nonostante ciò, La situazione dell'isola non è per nulla rosea. Malgrado l'apertura del mercato interno e la creazione di alcune aree speciali per facilitare gli investimenti, (quali per esempio la Zona Speciale di Sviluppo El Mariel), infatti, Cuba ha conosciuto una crescita economica estremamente contenuta (circa 1%). A frenare lo sviluppo economico sono soprattutto il peso di una burocrazia farraginosa e pervasiva e la rigidità del sistema, retto ancora da norme socialiste. Tra i nodi più intricati, c'è sicuramente il sistema della doppia valuta, che prevede la coesistenza di un peso cubano (usato per i salari) ed un peso convertibile con il dollaro, a cui ovviamente ha accesso solo una parte ridotta della popolazione, e l'obbligo imposto alle aziende straniere di creare una società mista con investitori ed aziende locali, il che contribuisce a ridurre l’attrattività del mercato.

Dal canto suo, la situazione incerta che si è andata ad instaurare tra Cuba e Stati Uniti scoraggia molte aziende, timorose di perdere i loro investimenti a causa di una recrudescenza della rivalità tra i due Paesi. Per cercare di bilanciare eventuali ricadute negative, L'Avana ha iniziato a corteggiare ogni possibile nuovo partner economico: oltre all'importate accordo per la ristrutturazione del debito siglato con il Club di Parigi già nel 2015, Cuba è riuscita anche ad attirare imponenti aiuti finanziari ed investimenti da Giappone, Cina e Russia (quest'ultima in particolare partecipa ad un poderoso progetto per la modernizzazione delle ferrovie dell'isola).

In definitiva, dunque, la politica di disgelo tra i due Paesi rimane ancora molto fragile e, per adesso, ha portato risultati non eccessivamente entusiasmanti per nessuna delle due parti. Anche se un ritorno al precedente clima di ostilità non conviene a nessuno dei due governi, una politica troppo aggressiva da parte del presidente Trump od una levata di scudi da parte del regime cubano potrebbe far deragliare un processo ancora in fasce, rendendo più complessa e più lunga la risoluzione di una delle ultime contrapposizioni frutto della Guerra Fredda.
di: GPonGP (del 06/04/2017 @ 11:08:58 in Habana, linkato 903 volte)
Ultimamente, lo scrivere sempre di Finale E. mi ha fatto un poco trascurare quel mondo oltreoceano, dove una parte di me trova desiderio di trasferirsi. Un luogo dove almeno qualcosa accade. Continuo quindi il seguito al precedente post Rum Sigari e Storia

Nonostante la diminuizione e cancellazione di alcune rotte di volo dagli Stati Uniti verso Cuba, il boom del Tuirismo, unitamente alle rimesse da fuori paese e principalmente da Stati uniti, sono le uniche voci attive di un economia che perde colpi con un PIL che dal 4,4 del 2015 scende allo 0,9 nel 2016. Un crollo causato dalla crisi che paralizza il Venezuela e il Brasile, i paesi che in cambio dell'importazione di medici più sostentavano le casse del regime cubano, (Caracas assicurava le risorse energetiche con l'erogazione di petrolio a condizioni agevolate che si è ridotta di due terzi e Brasilia si era impegnata nella costruzione della zona franca intorno al porto di Mariel dove i lavori si sono bloccati).

Eppure, i turisti americani ci sono, nonostante la paura del cambio di guardia alla Casa Bianca, che fa registrare una lieve diminuzione dei turisti americani, nel timore che un improvviso irrigidimento dei rapporti induca la Casa Bianca a rispolverare la lista nera dei viaggiatori non autorizzati.

Scattandosi selfie sui sedili di una Chevrolet resuscitata, il turista americano, è troppo estasiato dal suo tuffo negli anni Cinquanta per percepire le ansie di Cuba dopo l'avvento di Donald Trump, e non percepisce che alla faccia dell'egualitarismo socialista aumentano le diseguaglianze, una realtà stile Disneyland molto evidente nella capitale, mentre nel resto del pese costringe i lavoratori statali, (il 70 per cento), a stringere la cinghia con stipendi mai superiori all'equivalente di 30 euro al mese e la stampella di una libreta (i sussidi alimentari) sempre più striminzita, che tra la corsa al profitto di un turismo arraffone e lascia consegnata a riso e fagioli, la dieta della maggioranza della popolazione.

Il recupero architettonico della città vecchia de La Habana, ha diradato l’alone di fatiscenza, restituendo l'antica eleganza, ma l'invasione turistica ha estinto il fascino del languore e della spontaneità: nelle vie del centro, rigurgitanti bar e boutique, è tutto un frastuono, un frenetico affanno verso una modernità intasata, con vetrine di paccottiglia, affollati vicoli con ugole improvvisate di salsa, di buttadentro dei paladares (le trattorie familiari), di ambulanti che offrono sigari e Viagra che presidiano il triangolo hemingwaiano delle bevute, dal il Floridita, la Bodeguita del Medio e l'hotel Ambos Mundos, da cui oggi lo scrittore scapperebbe a gambe levate.
Una schizofrenia che, da un lato, fa andare alle stelle i prezzi, arricchendo anche con le semplici mance, la minoranza dei cubani che lavora a contatto con gli stranieri: decollate le tariffe degli alberghi, richieste senza controllo per le corse in taxi, conti salati nei nuovi ristoranti alla moda, dove la nuova borghesia cubana assapora i frutti proibiti del consumismo, mescolandosi ai turisti nei locali di tendenza e ostentando vestiti griffati e smartphone di ultima generazione.

In Habana, il comunismo caraibico smania per uscire dal grigiore del conformismo, soprattutto fra i giovani più irrequieti, che dimentichi o ignari dei miti della rivoluzione, bivaccano fino all'alba, dove anche chi è escluso dal caravanserraglio è investito dal cambiamento. La diffusione sia pure a caro prezzo di Internet (quattro euro per due ore) ha moltiplicato i capannelli nelle piazze in cui sorgono gli hotspot o nelle strade dei grandi alberghi. Persone di ogni età smanettano per ridurre le distanze con i mondi da cui si sono sentiti emarginati. E per tornare a casa fermano uno degli "almendrones", (le vecchie auto americane importate prima della rivoluzione e rimesse a nuovo), che quando non scorrazzano i turisti yankee a 40 euro all'ora sono tenuti a caricare i cubani a prezzi ovviamente stracciati. Un argomento tabù è il tema pur incombente della successione al vertice. Il 28 febbraio 2018 Raul Castro, (quasi 86 anni), finirà il suo secondo mandato e lascerà la presidenza, almeno così ha annunciato. L'abdicazione non significa che cederà del tutto le redini del potere, dovrebbe infatti conservare fino al 2021 la carica di segretario del partito comunista, l'istituzione che assieme alla gerarchia militare regola la vita del paese. A livello esecutivo emergeranno nuove figure, quasi sicuramente della prima generazione che non ha combattuto per la rivoluzione. Nel frattempo, tra le affermazioni del nuovo presidente americano, per il quale "il lider maximo", è stato "un brutale dittatore" e pretende un cambio radicale che Raul Castro, in difesa dei valori rivoluzionari, non sembra disposto a concedere.....si aspetta il futuro!

Liberamente tratto da un aricolo di Gianni Perrelli, per L'Espresso
Cuba, il futuro tra la Revolution e Disneyland
di: GPonGP (del 04/07/2016 @ 10:57:57 in Habana, linkato 679 volte)
I riti quotidiani del caffè si svolgono nel consumo fuori casa: in tazza oppure in vetro, tazza calda oppure tazza fredda, lungo, normale o corto, macchiato oppure no, e, se macchiato, con latte freddo oppure caldo. E dopo pranzo corretto o "liscio", e, se corretto, con grappa, amaro, anice, sambuca o altro. E poi l'acqua. Il bicchierino d'acqua che arriva in concomitanza di piattino e cucchiaino, naturale o gassata, fredda di frigo o ambiente. Ma quando e perché si beve un sorso d'acqua quando si sorbisce il caffè? Due correnti di pensiero: prima del caffè perché ha funzione di "netting" del palato, pulisce la bocca da impuri sapori pregressi, dopo il caffè, a spegnere sul nascere una sete che insorge dopo aver sorbito il caffè bollente, di esso lasciando traccia tenue ma non prevaricante. Anche a Cuba il "caffe" è un rito che spesso si consuma fuori casa, ma non al bar, in casa propria quando lo si offre al visitante del momento, o dal vicino, o dall'amico incontrato durante uno spostamento, offrire a un visitatore una tazza di caffé è un gesto obbligato in qualsiasi casa cubana. Il caffé è diventato parte del tessuto sociale dell'isola da quando i coltivatori francesi, scappati da Haiti nel XVIII secolo sono riusciti a seminare questa pianta nelle montagne di Pinar del Rio e della Serrta Maestra. Consumare il caffé è un rituale quotidiano che favorisce la socializzazione. I cubani amano il caffé forte, servito in tazzina, al primo mattino o dopo i pasti, e a ogni incontro casuale.
Il Café Cubano o caficito è un espresso cubano mescolato con lo zucchero durante l'infusione.
Il Coradito è un espresso con quantità variabili di latte schiumoso.
Il café con Leche è caffè con latte caldo.
la Colada è un caffé pronto per essere condiviso. Viene servito in tazza grande con tazzine a lato per versarlo in dosi individuali.
Ma com'è il caffè di Cuba. Rigorosamente fatto alla moka, con la polvere di caffe della "libreta", presa alla bottega dove sicuramente è stata miscelata con "ciceri" per rivendere la quantità sottratta, poi servito con molto zucchero!

Ricerca fotografie per  sociali

Nessuna fotografia trovata.