"Renta de casa", affitto turistico di case, ovviamente per farlo serve la casa che deve essere in un posto a forte vocazione turistica, in Habana, una casa idonea per turisti, può costare 100.000 CUC, ed è affittabile a 30 CUC per stanza a notte....se considerate un rendimento medio di occupazione annuale, del 60% di una stanza, significa circa 6000 CUC anno di reddito su cui gravano le imposte e le manutenzioni, quindi il ritorno di questo investimento è in 25 anni. Va da sè che si possono incontrare case anche a prezzi inferiori, ma difficilmente si "piazzano" in affitto turistico, questo è il caso in cui si cerchi la propria abitazione in cui vivere, in questo caso, in quartieri periferici il costo di una casa, singola, può contrattarsi a 30.000 CUC...poi va ristrutturata per le nostre abitudini.
"Renta de carro", ossia il taxista, meglio dire proprietario di un auto che viene data in gestione ad uno "choffer". Il prezzo di un auto in cuba è elevatissimo, sempre in Habana, un auto di quelle che chiamano "carro moderno", ossia degli anni 80, può costare 10.000 CUC mentre un vecchio "amendrones", cioè una auto americana degli anni 60, costa circa 20.000 CUC. Ora facendo sempre i conti della "sarta", ipotizzando di aver acquistato un auto di 5 posti, può essere data in affitto giornaliero ad uno "choffer" per 40 CUC, ne consegue che il ritorno dell'investimento è ipotizzabile in massimo 3 anni, incluso tasse e piccole manutenzioni di proprietà.
"Helladeria o cafeteria", qui il terreno è ampiamente "battuto", e, salvo che non si intenda investire svariati 100.000 CUC in un disco-bar che tanto vanno di moda, e nell'esercito dei "faranduleri" della notte habanera, si possono anche riservare tavoli con bottiglia, alla modica cifra di 300 CUC, direi che la probabilità di fare un "buco nell'acqua" è molto forte, a meno che non ci si accontenti di una piccola gelateria, con parcheggio e servizio tipo "drive in", per consumatori in moneta nazionale....adducendo un reddito medio di equivalenti 40 CUC.
"Import vestiti, trucchi, scarpe, ecc...", ammesso che questa attività non è propriamente legale, nel rispetto del regolamento, è anche altreì vero che sono in tanti a farla, si acquista all'estero dove c'è convenienza, dalle TV, ai cellulari, ai vestiti, ecc.. e si rivendono in cuba. Beh, qui il guadagno è dato dal fatto che se si è residente, alla dogana si pagano i dazi in moneta nacional, quindi c'è spazio di reddito, pur considerando i costi dei viaggi e la limitata capacità di import, quindi alla fine si sopravvive!
"Affitto di vestiti cerimoniali", ossia nolleggio abiti da sposo e sposa, magari con servizio di "weddings planner" generale dell'evento, questo però comporta di disporre un locale ad uso "storage" degli abiti e averlo riempito con vari modelli e taglie, quindi serve un certo tempo per porlo in essere, poi si sà, i cubani hanno nel loro "stile" la cerimonia, che sia matrimonio o festa del 15 anno...o semplicemente per una festa o ricorrenza...ad ogni modo ammetto che di questo "business", ancora non ho fatto un piano dei costi e risultati....ma immagino non si distanzierà rispetto agli alti posti ad esempi precedenti.
Va da sè, che una scelta di vita in cuba, non deve essere vista nell'ottica dell' arrichirsi di moneta, ma di benessere. Cioè se mi accontento di fare qualcosa che mi offre quella possibilità di vita, a cui, pur sopprimendo qualcosa, è simile agli standard cui sono abituato, allora ne guadagno in qualità della vita stessa. Considerate che lo stipendio mensile di un lavoratore cubano è di circa 312 pesos nacional al mese, ossia poco meno di 12 euro al mese che però equivale in linea ipotetica, in base ai costi che si devono sostenere a cuba, a uno stipendio medio italiano di circa 800 euro.
Per concludere, devo anche dire che ho conosciuto persone, giovani e coraggiose, Lui sposato con una Lei cubana, entrambi navigati di esperienza di lavoro all'estero, nello specifico in Burundi Africa, dove ne escono per motivi di instabilità e quindi di perdita del lavoro, scelgono cuba come destinazione con un budget di 20-30.000 CUC....obiettivo ristrutturare casa e scegliere qualche opportunità di vita. Li invidio e li osservo, ma spero presto di riuscire nella stessa coraggiosa scelta di vita.
Come visitare L'Avana?
I cubani risponderebbero cuba no es facil. Se decidete di viverla come un cubano vi troverete di fronte a tutta una serie di difficoltà che normalmente il cubano si trova a vivere quotidianamente e che, evidentemente visitandola da turista, non trovereste, perdendovi così tutta la scoperta di un viaggio.
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A cuba il mojito è una vera e propria istituzione, viene sempre associato a Ernest Hemingway, noto estimatore di alcolici, che amava gustare il cocktail alla Bodeguita del Medio (e il daiquiri al Floridita, ma questa è un'altra storia). La Bodeguita era un locale molto amato da personaggi come Pablo Neruda e Salvador Allende, oggi assediato da turisti provenienti da tutto il mondo che vogliono bere il mojito preparato proprio lì, nel locale divenuto ormai leggendario.
Leggenda narra che, dietro al più noto cocktail cubano, ci sia in realtà un inglese, precisamente Sir Richard Drake (corsaro della corona inglese) noto come 'El Draque' (il drago), pirata. Nel 1578, dopo un ricco saccheggio, Drake fece tappa, con il suo equipaggio, a la Isla de la Juventud, una piccola isola di cuba, dove gli uomini poterono abbeverarsi: menta schiacciata, spirito locale (rum non filtrato) e limone verde. Drake se ne innamorò e ribattezzò quel mix di sapori Draque o Draquecito, in onore del proprio soprannome.
Un'altra versione della storia di questo cocktail è legata agli schiavi dei Caraibi e collocata sul finire del Settecento, quando la canna da zucchero veniva fatta fermentare per realizzare una sorta di nettare e poi mescolata con l'aguardiente. Il risultato era il mojo (che in genere è nota come salsa di succo di limone e aglio usata in cucina per marinare), che però non veniva degustato come bevanda di piacere, i curanderos - guaritori - lo usavano nei loro rituali come medicinale per la cura di tutti i mali.
La aguardiente, ossia il primitivo rum, apportava il caldo, l'acqua diluiva l'alcool, il lime combatteva lo scorbuto per la mancanza di vitamina C, la menta aromatizzava e lo zucchero rendeva gradevole la miscela. Infatti i naviganti che si imbarcavano in lunghi viaggi spesso venivano colpiti dallo scorbuto per mancanza di vitamina C, dato i consumi limitati di cibi freschi. Fu un medico scozzese a scoprire la causa della malattia nel 1747, trovando la soluzione nelle scorte di citrici sulle navi. I marinai inglesi furono i primi ad portale grandi quantità di arance e limoni, diventando ingredienti base della loro dieta.
Agli inizi del 900, anche tramite le distillerie Bacardi, la produzione di rum era molto più raffinata e si utilizzava l'invecchiamento, di conseguenza si ottiene un prodotto di maggiore qualità. Il barman Attilio De La Fuente, ideò dietro al bancone de La Bodeguita Del Medio il primo Mojito moderno.
Gli ingredienti sono pochi ma essenziali:
- circa 5 cl di rum bianco
- il succo di mezzo lime (circa 2,5 cl)
- 2 cucchiaini di zucchero di canna raffinato bianco
- acqua gasata o soda, quanto basta (circa 9 cl)
- 3-4 cubetti di ghiaccio
- 5 foglie di yierba buena (in alternativa menta)
- 1 rametto di menta per decorazione
- 1 goccia di angostura (opzionale)
Preparazione
In un bicchiere, tipo tumbler alto, mettete due cucchiaini di zucchero di canna bianco e il succo di mezzo lime. Mescolate con cura affinchè lo zucchero sia ben sciolto, aggiungete la menta, schiacciate delicatamente con il pestello, aggiungete il ghiaccio, il rum e completate con una spruzzata di soda. Guarnite con un rametto di menta e una fetta di lime. Per un preparare un 'Mojito criollo', che significa locale, aggiungete una goccia di Angostura.
Non servono particolari attenzioni per preparare un buon Mojito, ma qualche buon consiglio.
Mai pestare violentemente la menta, che sprigionerebbe sensazioni amare poco gradevoli. La menta, perchè non risulti amara e rovini il sapore del mojito, dev'essere fresca. Ecco perchè il mojito è un cocktail estivo, è durante questa stagione che la menta matura e la caratteristica del mojito è proprio la freschezza della menta che contrasta col gusto decisamente più forte del rum.
Il governo di Raul Castro aveva annunciato con enfasi il progetto: entro la fine del 2016 sarà installato wi-fi a pagamento nel luogo più rappresentativo e affollato di L'Avana: il Malecon. Così sei chilometri di costa, dal Paseo del Prado alla foce del fiume Almendares, confine occidentale del centro della Capitale, si gremiranno di cubani in cerca di connessione wi-fi. forse, questa sarà l'occasione per vedere attenuate le abituali polemiche tra filo-governativi e dissidenti anticastristi, con i primi che imputano all'embargo imposto dagli Stati Uniti i ritardi nello sviluppo di infrastrutture sulle telecomunicazioni dell'isola, e i secondi che accusano il governo di limitare gli accessi e di controllare le informazioni che girano sul web, quindi facendo prevalere ragioni squisitamente repressive. (Un'approfondita analisi realizzata nel 2012 da Limes diretta a misurare l'incidenza dei social sulle rivoluzioni arabe, segnalava che l'equazione 'diffusione dei social media = probabilità di cambiamento sociale' non è valida. Secondo la rivista di geopolitica negli Stati che più usano Internet, il vento della primavera araba aveva spirato meno, e se questa diversa 'equazione' sociologica avesse un suo fondamento, il regime dei fratelli Castro potrebbe dormire sonni tranquilli) Di certo, a cuba, la connessione al web oggi è difficoltosa, si stima che solo il 5% della popolazione abbia accesso alla rete, e per quanto i cubani facciano ricorso alla loro fervida immaginazione per condividere in qualche modo gli accessi, il 'digital divide' crea una vera frattura sociale. I privilegiati da una parte, ossia i politici, i funzionari della nomenclatura, i medici e i giornalisti dei mezzi informativi affini al potere, che hanno possibilità di accedere alla rete, e la maggioranza della popolazione dall'altra, con un'ampia fetta di cittadinanza che vede Internet come uno strumento economicamente irraggiungibile, un'ora di connessione costa due-tre pesos convertibles, circa due-tre dollari, lì dove lo Stato eroga stipendi medi di appena 25 dollari.
Immagine divenne il simbolo, fin troppo commercializzato, della speranza e di una visione romantica di un mondo senza ingiustizie e diseguaglianze sociali, che ancora oggi riesce a suggestionare l'immaginario collettivo di molti giovani.
Sempre di Korda è lo scatto di un'altra foto del 1959, 'El Quijote de la farola' (Il don Chisciotte del lampione), foto che forse avrete visto di sfuggita un paio di volte nella vostra vita, ma non per questo meno nota. Quest' ultima mostra un guajiro, un contadino cubano, con un cappello di paglia sfilacciato, che ha come coccarda una bandiera cubana, arrampicato in cima ad un enorme, enorme, gigantesco lampione in 'plaza de la revolucion' in Habana. Sotto di lui si raccoglie una folla, ma il fotografo lo guarda di fronte, anche se da lontano. Una foto che riassume magistralmente lo spirito del primo anniversario del 26 luglio, (anniversario dell'assalto della caserma Moncada) ed anche il primo anniversario dove il 'Che' trascorse lontano da cuba'. L'immagine contrappone il fervore della rivoluzione e l'uomo che, serenamente la osserva fumando.
La foto è incredibile e ci invita a fare molte domande. Come sia arrivato lì? Era un combattente, forse della cavalleria di Camilo Cienfuegos? Sei ancora vivo oggi, tra i tanti novantenni dell'isola?
Certo ai tempi, un qualunque cubano che salì sul palo ad oltre 4 metri per osservare quel che stava accadendo e che casualmente fu immortalato.
Molte volte ho sentito parlare di questa foto dal padre di mia moglie, con orgoglio ed al tempo stesso delusione, al punto che ho voluto verificare quanto mi diceva, constatando che quell'uomo era 'Paco' all'anagrafe, Eleuterio Tirado (usando un solo nome e cognome), il nonno di Lisandra, mia moglie, ormai deceduto nel 2008. Di quella foto, la famiglia di Lisandra detiene ancora un originale.
Difficile trovare nei cataloghi patinati che pubblicizzano tour e soggiorni a cuba la cittadina di Caibarien, conosciuta anche come Villa Bianca, perché anticamente le case in legno erano tutte dipinte di calce e le strade erano fatte di polvere e rocce bianche.
Un centro abitato pittoresco e piacevolmente sgangherato situato nella provincia di Villa Clara dove, specie verso il mare, i ruderi sono più delle case abitate. Fino alla rivoluzione dei barbudos Caibarien era un fiorente porto con una sessantina di moli ai quali attraccavano le chiatte che portavano lo zucchero cubano sulle grandi navi che, una volta cariche, facevano rotta verso Miami e gli altri porti degli Stati Uniti.
A Caibarien non ci sono alberghi delle catene internazionali ma solo semplici e accoglienti casa particular, ( bed & breakfast),
dove alloggiare e rilassarsi.
Chi vuole passare una giornata su spiagge da sogno può abbandonare le strade sconnesse della cittadina
per imboccare 'El Pedraplen', la strada rialzata a prova di marea, lunga ben 48 km, che attraversa la Bahia Buena Vista,
sfiora con i suoi 45 ponti i numerosi cayos, gli isolotti di questo piccolo arcipelago, per raggiungere Cayo Santa Maria dove
si trovano lunghe spiagge sabbiose e alcuni resort di lusso.
I nostalgici della rivoluzione possono invece raggiungere la vicina città di Santa Clara dove, il 29 dicembre 1958,
Che Guevara ed un manipolo di guerriglieri catturarono il treno blindato che portava verso la capitale i soldati
che avrebbero dovuto salvare la dittatura di Batista.
Oggi la città rende omaggio al Che con una grande statua e un mausoleo che si presenta come una caverna,
simile ai rifugi utilizzati dai combattenti durante la guerra di liberazione, illuminata da luci soffuse e da una fiamma eterna,
accesa il 17 ottobre del 1997, in occasione del ritorno a cuba dei suoi resti.
A pochi chilometri dal mausoleo, nei pressi della linea ferroviaria, c'è il monumento alla battaglia del treno blindato,
con il bulldozer usato dai guerriglieri.
br> Ma allora quanto costa un viaggio a cuba? Bhe...difficile dirlo, un viaggio di per se costa il prezzo del biglitto aereo, ma poi la differenza la fa "il come si intende passare la vacanza" sull'isola.! Ma allora..chi è questa decantata cuba?
Cuba sta nel Golfo dei Caraibi. Una lingua di terra grande un terzo dell'Italia, da cui dista 9000 chilometri. Lunga 1.200 km per 100 di media, ha 3.500 km di coste. Della foresta pluviale che fino a qualche decennio fa occupava tutto l'interno pianeggiante, è rimasto ben poco per fare spazio ai campi coltivati, vera dispensa del popolo cubano dopo l'embargo americano. Ci va sia il turista vacanziero, che quello colto e curioso, per vedere le tipiche case settecentesche, i conventi e le chiese, con architettura del barocco cubano, i palazzi e le ville della borghesia criolla (creola).
A cuba non mancano certo i luoghi da visitare e molti di questi sono patrimonio dell'umanità sotto l'egida dell'Unesco. Ma l'isola è famosa prima di tutto per le bianche spiagge coi palmizi e le acque coralline. Specie sulla costa che si affaccia verso Miami, dove c'è L'Avana (San Cristobal de La Habana), capitale dal 1899, rinomata principalmente per la sua intensa vita mondana. Ricca di storia e d'arte, è la città dei Caraibi con il maggiore patrimonio di architettura coloniale spagnola in America. Il nucleo storico del XVI secolo si trova alle spalle del porto, vi sono imponenti fortezze ed edifici barocchi del XVII e XVIII secolo. Poco distante c'è Varadero, popolare località turistica famosa per la Playa Azul, tra le spiagge più ampie e dei Caraibi. Un posto per passare una giornata di mare sulle sabbie bianco argento, prima di rimettersi in viaggio per raggiungere Baracoa, la più antica città cubana, con un percorso di 250 chilometri tra insenature da sogno e tre parchi nazionali per giungere all'ultima tappa d'obbligo, la provincia occidentale di Pinar del Rio con la valle di Vinales, dove si producono i famosi sigari cubani.
Ho eleborato questo mini tour, quale percorso dove ritrovare il piacere delle spiagge cristalline senza trascurare la natura e l'autenticità paesaggistica del luogo, ovviamente senza trascurare la capitale dell'isola. Condensando in 9 giorni relax e piacere della scoperta, cercando di rendere una vacanza, il cui prezzo sia contenuto entro i 1500 euro a persona, considerando almeno una coppia per ripartire le principali spese di alloggio e trasporto.
1° giorno arrivo in Habana + pernottamento + 1 gg in città cosa vedere:
Sistemazione con formula "roulette" in "casa particular" in Habana. Possibilità di notte al Vedado, sulla vetta dell'edificio Focsa. Siediti al bar La Torre, dell'ultimo piano, ordina un mojito e attendi laa notte, osserva il buio nel mare, il panorama che si colora di mille sfumature della città.
2° giorno in Habana colazione in casa, poi un giorno in Avana Vecchia: Piazza della Cattedrale, Plaza de Armas, Plaza Vieja, Capitolio e calle Obispo, Fabrica di Tabaccco Partagas, Museo della Rivoluzione. guarda habana tour
cena libera, notte a scelta tra le tante opzioni offerte dalla città, rientro individuale alla casa.
3° giorno Pinar del Rio e Vinales con pernottamento, cosa vedere:
questa località non può mancare in nessun itinerario poichè è un luogo magico. Grota cueva del indio, i mogotes e le piantagioni di Tabacco, fare una escursione a Cavallo per tutta la valle che e´una cosa bellissima e molto rilassante. Una delle perle della provincia di Pinar del Rio è Las Terrazas (a circa 50 km dal capoluogo e a 60 km dall'Avana), un villaggio rurale eco sostenibile (con diversi laboratori di legno, ceramica ed atelier), edificato nel 1968 nell'ambito di un ambizioso progetto di riforestazione. Las Terrazas, è un "paradiso verde da 5.000 ettari" divenuto parte della Riserva della Biosfera tutelata dall'UNESCO. E' la meta perfetta per gli amanti delle escursioni (offre la possibilità di svolgere un avventuroso canopy tour) e del birdwatching.
4° giorno Vicino Vinales ci sono due isole , Cayo Levisa e Cayo Jutias , la prima turistica e la seconda vergine , potete andare in una di queste due isole un giorno e fare il bagno in acque bellissime.
Benchè Cayo Levisa è raggiungibile solo in traghetto, la piccola isola è nota ai subacquei per i suoi punti d'immersione, dove si trovano numerose formazioni coralline e pesci colorati. Mentre per raggiungere Cayo Jutias non è necessario prendere un traghetto, è collegato alla terra ferma da un sottile terrapieno su cui c'è la striscia d'asfalto che si fa strada nella vegetazione fino a gettarsi in mare, in piccoli ponti all'apparenza quasi inesistenti. Lungo e stretto, nella sua estensione di spiaggia bianca corallina, lambisce dolcemente un mare che digrada dolcemente senza consistenti maree con toni di blu e turchese. Nel tardo pomeriggio, rientro in Habana, cena in paladar sul percorso, pernottamento in casa particular.
5° giorno Habana, colazione in casa, giornata "free" + pernottamento, cosa vedere:
opzione 1
dal Malecón, la bellezza del lungomare fino ad esplorare la vita notturna che si anima in quella zona. Una gioia immensa ti scalderà il cuore, una vista panoramica ti sazierà lo sguardo, tu sentirai una vibrazione positiva salirti dalla punta dei piedi e arrivare velocemente fino alla mente Esplorare la Habana Vieja. Quattro meravigliose piazze la contraddistinguono, una passeggiata piacevole ti condurrà alla scoperta di questo quartiere. Plaza de Armas, con il suo mercatino di libri usati e il gigantesco albero di ceiba, Plaza Vieja, che profuma di cambiamento e rinnovamento grazie ai suoi palazzi ristrutturati e ai negozi di marche famose, Plaza de San Francisco de Asís, vicina al porto e al museo del Ron, e Plaza de la Catedral, con la sua architettura barocca e la stupenda e imponente cattedrale. guarda habana tour
opzione 2
Le spiagge di Playas del Este si trovano alla periferia orientale di L'Avana e si estendono per circa sei chilometri da ovest verso est. Anche se le spiagge si trovano fuori città, sono molto facili da raggiungere, soprattutto in auto, basta seguire la Monumental in direzione est e svoltare nella via Blanca e dinanzi ai vostri occhi apparirà il Golfo del Messico, dove affacciano tutte le spiagge. Esse anche se hanno ognuna un nome diverso sono caratterizzate tutte da sabbia bianca, mare cristallino e rade di palme che contribuiscono a creare un paesaggio tropicale fantastico. Queste spiagge sono il perfetto scenario per rilassarsi e gustare meravigliose grigliate di pesce o dell’ottimo pollo fritto da mangiare con i piedi in acqua.
6 ° giorno Peninnsula de Zapata, 1 giorno + pernottamento: cosa vedere:
Sulla costa meridionale di cuba, nella sua parte occidentale, troviamo la penisola di Zapata. È stata chiamata "Zapata", cioè scarpa in spagnolo, per la sua forma. E' una zona di paludi e mangrovie, il paradiso dei coccodrilli e di uccelli di tutti i tipi. Parco Nazionale, è certamente una delle riserve naturali più grandi e più belle dell'isola. E'una delle zone paludose più estese dei caraibi. Si tratta di un paesaggio molto esteso, verde e privilegiato, con una flora e una fauna unica che danno la possibilità di vivere a contatto con la natura. Zapata è il rifugio del coccodrillo cubano, infatti a Guama (laguna del tesoro) esiste un allevamento di coccodrilli secondo per estensione al mondo. In questa laguna oltre ad ammirare la vegetazione lacustre, tramite un canale d'acqua è possibile arrivare a Villa Guamà, che si trova vicino al laghetto di forma circolare e per andare sulla laguna, occorre prendere una lancia o aggregarsi ai vari gruppi, che salpano dal porticciolo ogni mezzora circa. Un incredibile e fantastico villaggio turistico costruito su dieci isolette della Laguna del Tesoro, tra loro collegate da ponticelli di legno. La penisola è famosa anche perché nel 1961 è stata teatro dell'atterraggio durante la Guerra Fredda nella mitica "Baia dei Porci".
Nel tardo pomeriggio, partenza per la città di Matanzas, cena in paladar sul percorso, pernottamento in casa particular. Notte libera alla fantasia individuale.
7° giorno Varadero colazione in casa e partenza per Varadero, + pernottamento. Varadero è una parte di cuba che non è cuba, ma è come se fosse un prolungamento della vera isola attaccato lì per sbaglio. Dopo aver assaporato l'atmosfera tradizionale, Varadero è più una Costa Smeralda americana che in parte rovina l’autenticità della Perla dei Caraibi. Che il panorama cambia drasticamente da mutare così tanto e trasformarsi in una strada piena di resorts, ristoranti e nient'altro. Ma dopo tutto, a Varadero ci si va per un solo motivo, l'acqua cristallina. Certo è che la sabbia bianca abbagliante, la fresca brezza tropicale e il mare calmo e trasparente, sono i segni distintivi di Varadero. Se poi al relax volete aggiungere un po' di movimento non avete che da chiedere. Cena libera in ristorante e notte di fantasia individuale.
8° giorno ritorno colazione in casa e rientro in Habana, tempo libero per organizzarsi, o ultimi percorsi in città se l'orario di partenza per il ritorno italia lo permette, Musei e Città moderna, Piazza della rivoluzione, Vedado, Il Cimitero di Cristoforo Colombo. se tempo disponibile, visita alla casa di Hemingway, la zona residenziale di Miramar.
partenza per aeroporto rientro in Italia
Ripropongo il link al sito di Carolina Sandretto (fotografa italiana residente a New York) dove è possibile visionare alcune foto della personale intitolata Vivir con..., dove l'artista indaga, attraverso il ritratto, la società cubana e le sue trasformazioni, mostrando magnifiche foto che ritraggo le persone nelle loro case, nel loro ambiente normale...dei Solar naturalmente.
E' di ieri la notizia che Donald Trump annulla "con effetto immediato" l'accordo, siglato poco più di un anno fa dal viaggio di Obama a cuba. Il tycoon ha infatti deciso di rimettere tutto sul tavolo, firmando una nuova direttiva. Secondo Trump l'accordo precedente è stato stretto con "un governo che diffonde la violenza e l'instabilità" e che si è limitato ad "arricchire il regime castrista". Le aperture sul commercio e sul turismo "non hanno portato vantaggi ai cubani e neanche migliorato la situazione dei diritti umani". Per questo The Donald si è detto convinto di voler "applicare con maggior convinzione l'embargo e il divieto sul turismo".
Così, cuba, probabilmente ricadrà nel già vissuto "periodo especial" degli anni 90, quando a seguito del collasso, in seguito alla crisi dell'Unione Sovietica e dei paesi dell'Est europeo, l'embargo statunitense si fece maggiormente sentire, generando una crisi che ha lasciato un segno indelebile in tutti i cubani.
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Cuba unica scommessa possibile
e per una breve vacanza:
info mini tour cuba
Una forte scossa di terremoto valutata di magnitudo 6.0 dall'ingv italia ha colpito poco al largo della costa meridionale dell'isola alle 10.08 ora italiana ad una profondità di circa 10km. La città più popolosa in prossimità dell'epicentro è Santiago di cuba a circa 80km, il sisma è stato avvertito dalla popolazione ma non vengono segnalati danni. Nessun danno segnalato anche nelle frazioni costiere più vicine all'epicentro (circa 10km). Nessun allerta Tsunami è stato lanciato.
Trump: "Vicino alle vittime" scrive su twitter:
My thoughts and prayers go out to the victims of the cuba earthquake (I miei pensieri e preghiere vanno alle vittime del terremoto cuba)
Cosa è la rumba cubana? La rumba cubana oltre che ad essere un ballo o un canto, deve essere intesa come un tipo di 'FESTA', infatti quando i cubani dicono 'vamos a hacer una Rumba' la vivono come festa vera e propria. Nella Rumba cubana si integrano molti elementi che derivano dal contributo della popolazione africana e dalla loro cultura, ma non assumono più la caratteristica della musica rituale come nella Santeria, bensì danno vita ad una musica profana a livello urbano. Oltre all'influenza africana si percepisce molto l'impronta spagnola con i loro tipici strumenti e canti. Il nome stesso Rumba, infatti, in Spagna rappresenta un altro tipo di musica e ballo. La rumba cubana. è l'espressione della vita quotidiana, dal contenuto del canto al ballo. Quasi ogni Rumba ha inizio con una parte cantata di carattere espositivo e propositivo, seguita dagli strumenti, dal coro e infine dal ballo, il quale suscita l'espressione 'quando SI ROMPE LA RUMBA' e in questo momento si ha l'uscita dal cerchio dei partecipanti: una coppia formata da uomo e donna, oppure, nel momento della Columbia si esibisce un solo partecipante alla volta. Ci sono infatti vari tipi di stili di Rumba cubana, alcune ritenute molto antiche conosciute come Rumbe del tiempo Espana, poi abbiamo lo Yambù, il Guaguancò, la Columbia, e la Jiribilla.
Ma cosa sone le foreste vergini bacini verdi di almeno 500 chilometri quadrati che non presentano alcun segno di attività da parte dell'uomo. Il loro compito principale è quello di assorbire anidride carbonica (CO2), e svolgere pertanto un ruolo di regolatore nei confronti dell'effetto serra e delle emissioni dell'uomo. Una funzione difficilmente quantificabile, anche se un fatto è certo: le foreste assorbono più CO2 di quanto ne producano. Non solo. Le foreste vergini sono anche necessarie alla protezione della biodiversità e alla regolazione del flusso dell'acqua nell'ecosistema.
Sulle cause che hanno portato a così gravi perdite delle foreste vergini nel mondo, i ricercatori non hanno dubbi: la prima causa è legata alle attività dell'industria del legname. Seguono la rapida espansione agricola (è il caso, ad esempio, dell'olio di palma, anche se qui si sta registrando un incremento delle coltivazioni sostenibili), gli incendi di origine umana, i metodi di produzione dell'energia e le attività minerarie.
Ultimo dato sui valori assoluti è quello riguardante l'area geografica più deforestata che, secondo i dati, sarebbe il Sud America, dove sono spariti ben 322mila chilometri quadrati di foresta incontaminata. Guardando ai termini percentuali, il Paese che ha perso più foresta vergine è la Romania, con l'incredibile percentuale del 100%. Seguono il Paraguay (79%), la Cambogia (38%), il Laos, la Guinea Equatoriale e il Nicaragua (35%). Per questi paesi, soprattutto per Paraguay, Cambogia, Laos e Guinea Equatoriale, gli scienziati lanciano l'allarme: rischiano di perdere tutta la loro foresta vergine nei prossimi 20 anni. Sembrano invece non correre questo rischio i Paesi virtuosi che hanno messo sotto protezione il 90% delle loro foreste vergini. Secondo la ricerca sono l'Uganda, la Repubblica Dominicana, la Thailandia e cuba.
Abbondano gli aggettivi con cui si descrive l'Isla Grande, la più grande isola dell' arcipelago delle Antille, Cuba, solare, sorridente, rivoluzionaria di un tempo imbrigliato nel passato, musicale, paradisiaca,....
Cuba è un sogno per molti che desiderano andare nel mar dei Caraibi, ma quanto costa un viaggio fai da te in cuba in solitaria?
Con il termine di viaggio in solitaria, intendo quella formula di viaggio non a pacchetto, ma organizzato individualmente o con amici, dove si desidera viaggiare indipendenti, seguendo solo la curiosità ed i propri interessi. Muoversi, organizzare itinerari e mete seguendo il ritmo personale, sintonizzarsi su un tempo lento, aperto e flessibile, immergervi nella cultura del paese che state attraversando. Liberi di fermarvi, ripartire, oziare, cambiare meta e sperimentare in pieno un profondo senso di libertà.
E' luogo comune che cuba sia una meta del "turismo sessuale", bhè, forse lo è anche stata, ma senza entrare nel merito di questo argomento, dico solo che pensare di andare a cuba per questo fine...meglio "svoltiate l'angolo" senza intraprendere un volo transoceanico.
Tornando a stimare qualche costo, cuba non è la meta più economica, 15 gg in cuba, in solitaria, possono costare da 130 € a 200€ al giorno, ma anche più, secondo il proprio modo di fare vacanza e di esaudire i propri desideri ricreativi.
Vediamo un prospetto tipico dei costi, così tanto per avere un'idea.
Volo: ho preso a riferimento il sito KLM, dove in questo periodo si può trovare un biglietto di andata e ritorno per la Havana a 600 € (normalmente il volo si acquista con 750 € in economica).
Assicurazione: quella medica è obbligatoria, il costo ovviamente dipende dal massimale, ma diciamo che in media 30 € per 15 giorni per un massimale assicurato di 35.000 €
Visto: il visto di ingresso obbligatorio, conosciuto anche come visto Turistico, costa 25 €
Trasporto: sicuramente è uno dei costi che incidono di più, anche se tutto dipende da che uso si intende fare e per quali necessità, comunque sia, per le opzioni continuative di mobilità, per un mezzo di trasporto si può optare per l'auto a noleggio o per auto con "chofer", ossia un privato (particular) che offre servizi di trasporto disponibile durante il soggiorno. In media 50-60 euro al giorno.
Alloggio: suggerisco le "case particular" ossia le abitazioni private rese appositamente per questo fine, che affittano stanze con bagno. Ce ne sono di tutti i tipi e prezzi, in media 30 € per notte, spesso con colazione inclusa.
Mangiare: esistono vari tipi di opzioni, dalle "paladar", (ristorantini gestiti da privati), ai grandi ristoranti, ma abbondano le piccole caffetterie e locali di vario genere, insomma ovunque si trova di che sfamarsi. Diciamo che con un "finger food" diurno e una cenetta serale, il prezzo medio è di 25 €.
Divertimento: dai musei, alle attrazioni, alle discoteche, alle spiagge ed tanti i locali per divertirsi, c’è solo l'imbarazzo della scelta, preventivate 50 € al giorno....per passarsela bene.
Oltre a questi costi stimati, deve essere messo in conto il tempo per organizzare il viaggio, ma forse questa è la parte più bella per chi ama questo tipo vacanza, anche se lo ammetto può procurare qualche "mal di testa", per chi è alla sua "prima volta" nell' andare a cuba in questo modo.
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AICEC
AICEC Agenzia di Interscambio Culturale ed Economico con cuba è nata nel 2015 e ha sede a Torino. Si dà come compito statutario promuovere ogni iniziativa volta a costruire o rafforzare il dialogo, le relazioni culturali ed economiche tra cuba e i territori italiani.
Nella sua piccola casa-azienda-bottega nel centro de l'Avabna vecchia, Orestes Estevez produce vino aromatizzato, ma non ha l'attrezzatura moderna per il processo di vinificazione. Si è adattato usando i condom sui colli dei bottiglioni per lasciare fermentare il vino, con tanta pazienza e professionalità, Orestes Estevez trascorre gran parte della sua giornata a imbottigliare il vino liquoroso che lui stesso produce.
Orestes, non sigilla le bottiglie con tappi normali bensì con preservativi, lasciando così a fermentare il vino.
L'odore dolciastro della frutta e del mosto, nel frattempo, impregna l'aria circostante della sua modesta casa, all'Avana, a cuba. Il processo più delicato è il travaso del vino in brocche di vetro. Per mantenere l'aroma fruttato il più a lungo possibile, Orestes si serve di questo metodo semplice ma innovativo.
I suoi vini aromatizzati allo zenzero e all'ibisco sono conservati in un luogo adatto per poter fermentare, I preservativi sono fatti scivolare su ogni collo di bottiglia avviando così il processo di vinificazione.
Orestes Estevez avviò la sua produzione vinicola nel 2000 ricavando la sua piccola cantina nel cortile della sua modesta abitazione, alla quale diede il nome di El Canal. Oggi è diventata una fiorente attività che annualmente produce migliaia di litri di vino aromatizzato con una vasta gamma di frutti esotici, tra cui un largo impiego di guava, conosciuta già dalla civiltà precolombiana degli Aztechi come prugna di sabbia. Il frutto è prodotto da un albero sempreverde, lo psidium guajava, originario dell'America centro-meridionale e dei Caraibi.
Spesso al suo vino Orestes aggiunge anche della barbabietola e qualche vegetale. La sua passione per la "bevanda degli dei" giunse due decenni fa, dopo la carriera nei servizi militari e di sicurezza. Aprì così la sua attività sfruttando le timide aperture concesse dal governo comunista cubano all'avvio di imprese private. Oggi Estevez insieme alla moglie e al figlio, con il supporto di un'assistente, provvede all'imbottigliamento con 300 brocche, ciascuno contenenti 20 litri di vino a testa. L'ingrediente principale è l'uva cubana, ma durante la lavorazione sono aggiunti aromi fruttati di ogni varietà tropicali.
La sua cantina, nel corso degli anni, è diventata un'attrazione di quartiere. I residenti della zona di El Cerro si siedono fuori dalla sua abitazione a tutte le ore e trascorrono il tempo a sorseggiare il suo vino. Un colpo d'occhio è fornito dai bottiglioni di vetro ordinati in fila, ciascuno chiuso con un preservativo che lentamente si gonfia quando inizia il processo di fermentazione.
Quando quest'ultimo termina e non fioriscono più i gas, allora il preservativo smette di gonfiarsi e si affloscia su se stesso: è il segnale che il vino è pronto per essere imbottigliato e messo in commercio. Il processo di fermentazione può durare dai 30 ai 45 giorni. Una volta completato, il vino è pronto per essere imbottigliato, immesso sul mercato locale e consumato nelle case o nei ristoranti. Le vendite si aggirano intorno alle 50 bottiglie giornaliere, al costo di 10 pesos cubani (40 centesimi) ciascuna.
I suoi vini hanno un prezzo accessibile a tutti, in particolare alle fasce meno abbienti della società che hanno uno stipendio medio di 25 dollari al mese e non possono permettersi vini pregiati importati. A causa dell'embargo commerciale imposto dagli Stati Uniti a cuba e le inefficienze proprie di un'economia centralmente pianificata, migliaia di prodotti sono quasi impossibili da reperire sull'isola. La scarsità di prodotti ha spinto molti cubani ad adattarsi con ciò che avevano a portata di mano, come ha fatto lo stesso Orestes sprovvisto di valvole sofisticate per far fermentare il vino.
L'Havana aveva, ma forse ha ancora, il fascino di un posto apparentemente pericoloso, ma dove di fatto non ti succede quasi mai niente. Certo, bisogna essere un po' accorti, e, avere delle soluzioni per la gente che si accolla subito e si offre di accompagnarti, spiegarti, venderti qualcosa, a partire dal proprio corpo.
Non so quante persone a quel tempo mi hanno chiesto la carta d'invitation per venire in Italia, per fare qualsiasi cosa, oggi quel documento non serve più, ma il desiderio dei cubani di uscire dal paese è rimasto immutato, così come immutato rimane quell'apparente stato di sospensione dal tempo che offre quel luogo.
Ho visto delle case bellissime dove mi hanno ospitato, ho affittato macchine che poi hanno dato passaggio a sconosciuti, e non potrò mai dimenticare la mia prima nuotata a Cayo Jutias, posto per non troppo turistico e con quel mare, per me il più bello del mondo.
Aspettami Habana.
Percorrere il Malecon è come conoscere i diversi volti e le diverse anime del popolo cubano. Ci sono i giovani incuriositi dai coetanei stranieri vestiti alla moda, tassisti e camerieri che si danno da fare senza sosta per richiamare l'attenzione dei visitatori, e chi si limita a osservare il flusso costante di persone dai davanzali, muovendosi il minimo indispensabile per non farsi sopraffare dall'afa di un'estate prematura. Uno scorcio che racchiude l'essenza di un Paese il quale, a sei mesi dalla scomparsa di Fidel, fa i conti con il passato e guarda, con difficoltà, al futuro. Mentre all'orizzonte si alzano colonne di fumo provenienti dal non lontano Venezuela, nelle cui piazze divampano gli incendi della protesta e la striscia di sangue della repressione di Nicolas Maduro, uno degli ultimi grandi alleati del regime castrista.
Sono in molti a ritenere che dalla morte del lider maximo sia cambiato poco o niente, poi camminanado sul paseo del Prado, si vede il nuovo centro commerciale Manzana de Gomez, nel cuore della capitale, che chiamano «il tempio del capitalismo». Qui, 'una commessa prende 12 dollari al mese di stipendio, e vende profumi che ne costano 92 alla confezione'. E proprio il nuovo complesso di negozi è diventato la mecca degli adolescenti, che lì si danno appuntamento per fotografarsi davanti alle vetrine di Mont Blanc e Lacoste, e mandare gli scatti ai parenti fuggiti a Miami prima della rivoluzione. Camminando per le strade dell'Avana si nota tuttavia un certo fermento per i tanti cantieri in attività, soprattutto di grandi alberghi. A cuba l'unica cosa che funziona è il turismo, per questo tanti professionisti si mettono a fare i tassisti o i camerieri, solo così riescono a guadagnare, e a migliorare la loro posizione». Ciò fa presumere che sia proprio questa industria in grado di trainare una lenta ma possibile crescita economica.
Ma basta allontanarsi un pò dalla capitale, verso l'entroterra, per capire qual è il doppio passo del Paese, qui la rivoluzione sembra non sia mai arrivata, mentre sulla strada, due persone transitano su un calesse trainato da un cavallo. Ovviamente fanno eccezione i Cayo, paradisi turistici, che a seconda dei gusti sono popolate da una manciata di bungalow in riva al mare come a Cayo Levisa, nella provincia di Pinar del Rio, o dagli albergoni in stile Miami di Varadero, dove si respira un clima avulso dalla vera anima del Paese.
Per conoscere l'essenza più profonda della cuba di Castro bisogna addentrarsi tra le valli del tabacco di Vinales, dove i contadini portano avanti le loro tradizioni di coltura tramandate di generazione in generazione, come se il tempo si fosse fermato.
A conti fatti, l'auspicato cambiamento post Fidel sarà un processo assai più lento di quanto si pensi e la vera scommessa è capire se i cubani, orfani di chi per scelta o costrizione li ha presi per mano per oltre mezzo secolo, saranno in grado di diventarne protagonisti o vittime del futuro globale. L'affermazione che più si sente dire, chi è di ritorno da un viaggio a cuba è senz'altro: hai fatto bene ad andare a cuba, bisogna andarci ora prima che cambi. Io vorrei tranquillizzare tutti: cuba non cambierà tanto velocemente!
In effetti, già è tempo che inizi ad organizzare il prossimo viaggio, sempre che, la mia "dolce metà", originaria di quel mondo, me lo permetta. Già, non ho mai ottenuto "nulla osta", ad un viaggio senza Lei al mio fianco, all'opposto invece, Lei ha più volte viaggiato senza di me. Strani casi della vita, ma indifferentemente da questo, credo che in questa occasione, allargherò l'organizzazione a chi desidera partecipare ad una vacanza alternativa, quindi niente turisti modello "Alpitour"!.
Dedico pertanto questo articoletto di oggi, a quell'isola, sia perchè è da tempo che non lo faccio, sia perchè scrivendo mi infonde il desiderio di viaggiare.
E' di pochi giorni fa la notizia che il pieno di «super» all'Avana è un privilegio solo per i turisti che pagano in contanti e per le auto da loro affittate. Tutti gli altri, comprese le aziende statali che acquistano il carburante con carte prepagate che si riforniscano di benzina «normale», detta anche la «spacca motori» visto il bassissimo contenuto di ottano e il fumo da ciminiera che produce, restano senza benzina perchè il venezuela non la regala più. La decisione del regime di Raul Castro è stata obbligata visto che ormai da settimane Caracas ha interrotto le forniture di carburante alla dittatura caraibica, essendo anch'essa rimasta a secco, e questo nonostante il Venezuela sia il Paese che ha più riserve di petrolio al mondo.
Ma "chi" è questa cuba da tutti sentita e da pochi conosciuta, mi permetto una pillola di storia, liberamente tratta da un articolo di Umberto Guzzardi, dal sito Il Caffè Geopolitico
Da quando, nella notte di Capodanno del 1959, il presidente e dittatore cubano Fulgencio Batista annunciava ad una attonita platea la sua fuga e la prossima conquista della capitale da parte di un gruppo di rivoluzionari guidati da tali Fidel Castro ed Ernesto Guevara, in arte il Che, l'isola di cuba è diventata uno dei principali palcoscenici della Storia. La dura reazione statunitense, che varò un pervasivo embargo economico nel tentativo di soffocare la sua economia, ebbe l’unico risultato di spingerla nell'abbraccio dell'orso russo: in pochi anni, il governo dei "barbudos" instaurò un'economia centralizzata, si dichiarò comunista e fedele all'URSS, portando al contempo il mondo ad un passo dall'annichilimento nucleare.
Da allora, il regime cubano ha dato prova di strabiliante resistenza, riuscendo a sopravvivere al crollo della sua benefattrice sovietica ed a trovare anche un valido sostituto nel Venezuela di Hugo Chavez, che ha sempre visto nel "Lider Maximo" cubano un modello ed un "mostro sacro" del sentimento anti-statunitense. La crisi dell'amico e benefattore venezuelano, schiacciato dal crollo del prezzo del petrolio e della sua stessa disorganizzazione, ha costretto però L’Avana a cercare nuovi amici. A riprova del fatto che per i governi il bene più alto è la propria persistenza al potere, il presidente Raul Castro, subentrato al fratello Fidel nel 2008, non ha trovato nessun controsenso nel rivolgersi al nemico di sempre, gli Stati Uniti. Il riavvicinamento, mediato dal Canada e dalla Santa Sede, ha trovato in Barack Obama un presidente ben disposto e comprensivo. Di fronte ad un'apertura abbastanza limitata, Washington nel 2014 ha ufficialmente rimosso il bando ai voli da e verso cuba, ha riaperto l'ambasciata, ed ha rimosso l'isola caraibica dalla lista dei Paesi sostenitori del terrorismo, passo necessario per abolire l'embargo economico. La mossa del presidente uscente ha incontrato il plauso del mondo internazionale e di quello degli affari. Infatti, pur essendo un mercato piccolo (circa 11 milioni di abitanti) ed a basso reddito (circa 12/15 dollari al mese), molte aziende USA hanno visto grandi possibilità di investimenti, soprattutto nel campo del turismo e dei servizi. Un'altra importante riforma è stata l'abolizione della regola migratoria del "wet foot, dry foot" , (piede bagnato, piede secco), che permetteva ad ogni cubano che riusciva ad arrivare sul suolo degli Stati Uniti di evitare il rimpatrio e di divenire residente legale.
Il 2016 è stato segnato da due eventi estremamente importanti per cuba e per il processo di disgelo: il 25 novembre la morte di Fidel Castro, uno degli ultimi protagonisti viventi della fase più antagonistica della Guerra Fredda, e l’8 novembre la vittoria di Donald Trump. Durante la campagna elettorale, per ottenere il voto degli immigrati cubani anticastristi, Trump aveva fortemente criticato il disgelo obamiano, definendolo troppo accomodante nei confronti dell'isola. Una volta giunto al potere, il presidente ha annunciato l'intenzione di "rivedere da cima a fondo" la politica USA verso cuba, di cui ha criticato le continue infrazioni dei diritti umani nei confronti di prigionieri politici, l'insufficienza delle riforme volte alla liberalizzazione della politica e dell’economia, e la continua vicinanza al Venezuela di Nicolas Maduro, da cui cuba continua a dipendere per le importazioni di petrolio e gas. Un altro punto che potrebbe minare la pacificazione è il desiderio della nuova amministrazione di mantenere operante il carcere di massima sicurezza di Guantanamo. Poco chiara è invece la posizione del presidente a riguardo della politica migratoria. Anche se questa politica è avversata dagli anti-castristi più convinti, essa ha permesso a centinaia di migliaia di cubani di entrare negli USA senza permesso, e pertanto la sua abolizione non può che far piacer ad un presidente che molto ha puntato sulla riduzione dell'immigrazione irregolare.
Per coloro che vedevano nell'apertura di cuba l'inizio della caduta del regime, la realtà (fino ad ora) sì è mostrata contraria alle loro aspettative: la leadership dell'isola è sopravvissuta alla perdita del loro maggiore esponente, (che aveva ceduto le redini del potere da almeno dieci anni), e non mostra alcun segnale di debolezza. Ben lungi dall'essere isolata, cuba è stata riammessa nell’OAS (Organizzazione degli Stati Americani) pur senza essere reintegrata, segno della volontà generale di sanare una rottura che perdura dal 1962. Inoltre il governo cubano continua ad essere un attore rilevante nei principali affari del continente, e non soltanto per i suoi tradizionali alleati "socialisti", (quali Venezuela, Nicaragua, Bolivia ed Ecuador). Ne sono un lampante esempio gli accordi di pace tra governo colombiano e FARC-EP, siglati appunto nella capitale dell'isola. Nonostante ciò, La situazione dell'isola non è per nulla rosea. Malgrado l'apertura del mercato interno e la creazione di alcune aree speciali per facilitare gli investimenti, (quali per esempio la Zona Speciale di Sviluppo El Mariel), infatti, cuba ha conosciuto una crescita economica estremamente contenuta (circa 1%). A frenare lo sviluppo economico sono soprattutto il peso di una burocrazia farraginosa e pervasiva e la rigidità del sistema, retto ancora da norme socialiste. Tra i nodi più intricati, c'è sicuramente il sistema della doppia valuta, che prevede la coesistenza di un peso cubano (usato per i salari) ed un peso convertibile con il dollaro, a cui ovviamente ha accesso solo una parte ridotta della popolazione, e l'obbligo imposto alle aziende straniere di creare una società mista con investitori ed aziende locali, il che contribuisce a ridurre l’attrattività del mercato.
Dal canto suo, la situazione incerta che si è andata ad instaurare tra cuba e Stati Uniti scoraggia molte aziende, timorose di perdere i loro investimenti a causa di una recrudescenza della rivalità tra i due Paesi. Per cercare di bilanciare eventuali ricadute negative, L'Avana ha iniziato a corteggiare ogni possibile nuovo partner economico: oltre all'importate accordo per la ristrutturazione del debito siglato con il Club di Parigi già nel 2015, Cuba è riuscita anche ad attirare imponenti aiuti finanziari ed investimenti da Giappone, Cina e Russia (quest'ultima in particolare partecipa ad un poderoso progetto per la modernizzazione delle ferrovie dell'isola).
In definitiva, dunque, la politica di disgelo tra i due Paesi rimane ancora molto fragile e, per adesso, ha portato risultati non eccessivamente entusiasmanti per nessuna delle due parti. Anche se un ritorno al precedente clima di ostilità non conviene a nessuno dei due governi, una politica troppo aggressiva da parte del presidente Trump od una levata di scudi da parte del regime cubano potrebbe far deragliare un processo ancora in fasce, rendendo più complessa e più lunga la risoluzione di una delle ultime contrapposizioni frutto della Guerra Fredda.
Nonostante la diminuizione e cancellazione di alcune rotte di volo dagli Stati Uniti verso cuba, il boom del Tuirismo, unitamente alle rimesse da fuori paese e principalmente da Stati uniti, sono le uniche voci attive di un economia che perde colpi con un PIL che dal 4,4 del 2015 scende allo 0,9 nel 2016. Un crollo causato dalla crisi che paralizza il Venezuela e il Brasile, i paesi che in cambio dell'importazione di medici più sostentavano le casse del regime cubano, (Caracas assicurava le risorse energetiche con l'erogazione di petrolio a condizioni agevolate che si è ridotta di due terzi e Brasilia si era impegnata nella costruzione della zona franca intorno al porto di Mariel dove i lavori si sono bloccati).
Eppure, i turisti americani ci sono, nonostante la paura del cambio di guardia alla Casa Bianca, che fa registrare una lieve diminuzione dei turisti americani, nel timore che un improvviso irrigidimento dei rapporti induca la Casa Bianca a rispolverare la lista nera dei viaggiatori non autorizzati.
Scattandosi selfie sui sedili di una Chevrolet resuscitata, il turista americano, è troppo estasiato dal suo tuffo negli anni Cinquanta per percepire le ansie di cuba dopo l'avvento di Donald Trump, e non percepisce che alla faccia dell'egualitarismo socialista aumentano le diseguaglianze, una realtà stile Disneyland molto evidente nella capitale, mentre nel resto del pese costringe i lavoratori statali, (il 70 per cento), a stringere la cinghia con stipendi mai superiori all'equivalente di 30 euro al mese e la stampella di una libreta (i sussidi alimentari) sempre più striminzita, che tra la corsa al profitto di un turismo arraffone e lascia consegnata a riso e fagioli, la dieta della maggioranza della popolazione.
Il recupero architettonico della città vecchia de La Habana, ha diradato l’alone di fatiscenza, restituendo l'antica eleganza, ma l'invasione turistica ha estinto il fascino del languore e della spontaneità: nelle vie del centro, rigurgitanti bar e boutique, è tutto un frastuono, un frenetico affanno verso una modernità intasata, con vetrine di paccottiglia, affollati vicoli con ugole improvvisate di salsa, di buttadentro dei paladares (le trattorie familiari), di ambulanti che offrono sigari e Viagra che presidiano il triangolo hemingwaiano delle bevute, dal il Floridita, la Bodeguita del Medio e l'hotel Ambos Mundos, da cui oggi lo scrittore scapperebbe a gambe levate.
Una schizofrenia che, da un lato, fa andare alle stelle i prezzi, arricchendo anche con le semplici mance, la minoranza dei cubani che lavora a contatto con gli stranieri: decollate le tariffe degli alberghi, richieste senza controllo per le corse in taxi, conti salati nei nuovi ristoranti alla moda, dove la nuova borghesia cubana assapora i frutti proibiti del consumismo, mescolandosi ai turisti nei locali di tendenza e ostentando vestiti griffati e smartphone di ultima generazione.
In Habana, il comunismo caraibico smania per uscire dal grigiore del conformismo, soprattutto fra i giovani più irrequieti, che dimentichi o ignari dei miti della rivoluzione, bivaccano fino all'alba, dove anche chi è escluso dal caravanserraglio è investito dal cambiamento. La diffusione sia pure a caro prezzo di Internet (quattro euro per due ore) ha moltiplicato i capannelli nelle piazze in cui sorgono gli hotspot o nelle strade dei grandi alberghi. Persone di ogni età smanettano per ridurre le distanze con i mondi da cui si sono sentiti emarginati. E per tornare a casa fermano uno degli "almendrones", (le vecchie auto americane importate prima della rivoluzione e rimesse a nuovo), che quando non scorrazzano i turisti yankee a 40 euro all'ora sono tenuti a caricare i cubani a prezzi ovviamente stracciati.
Un argomento tabù è il tema pur incombente della successione al vertice. Il 28 febbraio 2018 Raul Castro, (quasi 86 anni), finirà il suo secondo mandato e lascerà la presidenza, almeno così ha annunciato. L'abdicazione non significa che cederà del tutto le redini del potere, dovrebbe infatti conservare fino al 2021 la carica di segretario del partito comunista, l'istituzione che assieme alla gerarchia militare regola la vita del paese. A livello esecutivo emergeranno nuove figure, quasi sicuramente della prima generazione che non ha combattuto per la rivoluzione. Nel frattempo, tra le affermazioni del nuovo presidente americano, per il quale "il lider maximo", è stato "un brutale dittatore" e pretende un cambio radicale che Raul Castro, in difesa dei valori rivoluzionari, non sembra disposto a concedere.....si aspetta il futuro!
Liberamente tratto da un aricolo di Gianni Perrelli, per L'Espresso
Cuba, il futuro tra la Revolution e Disneyland
Il Café cubano o caficito è un espresso cubano mescolato con lo zucchero durante l'infusione.
Il Coradito è un espresso con quantità variabili di latte schiumoso.
Il café con Leche è caffè con latte caldo.
la Colada è un caffé pronto per essere condiviso. Viene servito in tazza grande con tazzine a lato per versarlo in dosi individuali.
Ma com'è il caffè di cuba. Rigorosamente fatto alla moka, con la polvere di caffe della "libreta", presa alla bottega dove sicuramente è stata miscelata con "ciceri" per rivendere la quantità sottratta, poi servito con molto zucchero!